Il superlusso francese di Zilli è in salvo. Lo ha comprato una cordata italo-araba. La compongono il gruppo di investimento di Dubai, Negma Group (sede legale Isole Vergini britanniche e ufficio a Milano). E la società milanese di advisory e di investimenti FAI (Futuro All’Impresa). Zilli ha il proprio core business nei capi spalla in pelliccia e pelle. E ha un rapporto diretto con l’Italia, dove ha circa 80 dipendenti, impiegati nelle aziende di produzione D’Avenia (Milano) e Zilli Shirts (Bergamo). Ora, con la nuova proprietà, si guarda al rilancio.
Il superlusso francese
Zilli ha sede a Lione. È entrata in amministrazione controllata a fine settembre di quest’anno. L’azienda è passata dai circa 100 milioni di euro di fatturato raggiunti nel 2014-2015, ai 31,5 milioni con i quali ha chiuso il 2020. Come fa notare Be Beez, la boutique di Parigi incassava 12 milioni di euro all’anno e ora, causa pandemia, è scesa a “soli” 3 milioni. Il Tribunale di Lione ha giudicato favorevolmente l’offerta pervenuta dalla coppia Negma Group e FAI. Secondo Fashion Network, è di 2,4 milioni per l’acquisto degli asset societari e l’impegno ad investire 20 milioni di euro in cinque anni. Inoltre la garanzia di mantenere 70 posti di lavoro su 100 in Francia tra la sede di Dardilly (Lione) e quella a Parigi, e dei circa 80 dipendenti in Italia.
Un CEO italiano
Giuseppe Di Nuccio sarà il nuovo CEO di Zilli. Avrà il compito di riportare in auge il marchio. Come? Prima rafforzandosi negli attuali mercati di riferimento e poi sviluppando il Medio Oriente, l’Europa e l’Asia. Sono previsti investimenti in marketing e comunicazione per rivitalizzare l’immagine del brand e acquisire nuovi clienti. (mv)
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