Il gruppo Piquadro è a caccia di occasioni. Fallito l’assalto a Sergio Rossi, il fondatore e CEO Marco Palmieri è ora alla ricerca di “aziende che hanno grande potenziale, ma vanno maluccio”.
Le strategie
Fallito l’assalto a Sergio Rossi, Piquadro non dismette i panni da cacciatore e è sempre in cerca di marchi da acquisire. Lo ha confermato Palmieri (in foto Imagoeconomica) al Corriere della Sera: “Ci interessano marchi che, anche se un po’ appannati, conservano un’identità e una storia forte. Non ci interessa comprare progetti che vanno molto bene, pagandoli tanto. Cerchiamo aziende che hanno grande potenziale ma vanno maluccio, per tirarne i marchi a lucido e ricondurle alla crescita. Negli ultimi tempi, si stanno presentando opportunità in quantità. Aspettiamo quella giusta”.
L’andamento positivo
Piquadro può permettersi di pensare allo shopping anche in virtù dell’andamento positivo. Lo scorso 30 settembre il gruppo ha chiuso il suo primo semestre dell’esercizio 2024-2025 con un fatturato di 87,8 milioni di euro, +2,1% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. “Abbiamo sempre gestito l’azienda senza assumere troppi rischi, concentrandoci più sul prodotto che sulle strategie commerciali” spiega lo stesso Palmieri. Che in riferimento alla quotazione in Borsa osserva: “Prima in azienda a decidere eravamo io e me. Quando nel consiglio sono entrati membri esterni e indipendenti, mi hanno obbligato a riflettere meglio sui rischi che stavo assumendo, a strutturare una governance con solidi processi decisionali e prendere sul serio la compliance. All’imprenditore serve qualcuno che gli dica quando sta sbagliando e dove”. Palmieri fa riferimento anche alla filiera produttiva. “Le catene di fornitura della moda sono molto lunghe e con tantissimi terzisti. Come dimostrano anche casi recenti, è difficilissimo controllare che tutto sia in regola. Avere un comitato rischi in azienda ti obbliga a prendere atto e a fare ciò che è possibile fare”. (mv)
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