Toscana, terra di aggregazioni. Anche a fine anno. GMI-Gruppo Manifatture Italiane ha rilevato il calzaturificio Broma, con sede a Cerreto Guidi (Firenze). Florence ha invece acquisito “un’azienda di abbigliamento in jersey”: la holding, però, già mira ad includere un’azienda di pelletteria. “Non ci interessano le concerie” precisa il CEO Francesco Trapani.
Il calzaturificio Broma
In Toscana, proseguono senza sosta le aggregazioni. GMI-Gruppo Manifatture Italiane, società controllata dalla società di private equity Consilium, ha rilevato Broma. Il calzaturificio è specializzato nella produzione di scarpe formali da uomo e sneaker per le griffe. Broma, i cui soci sono Giovanni Mancini, amministratore delegato, Alessandro Brotini e Daniele Mancini, conta oltre 50 dipendenti in Italia. Ha anche un tomaificio in Tunisia. Nel 2019 ha sviluppato un fatturato di 24 milioni di euro. Dal 2017 al 2019 il suo tasso di crescita annuo medio è stato del 20%. Broma va ad aggiungersi agli altri tre calzaturifici toscani riuniti da GMI: e cioè River, Energy e Claudia. Complessivamente GMI conta circa 1.200 dipendenti tra Toscana, Albania e Tunisia e si avvicina all’obiettivo di 1 milione di paia di sneaker l’anno e oltre 100 milioni di euro di fatturato. Alberto Zunino, CEO di GMI, ha annunciato a MF Fashion altre acquisizioni, sempre nella calzatura, ma fuori dalla Toscana.
Holding Florence
Anche la holding Florence sta proseguendo il suo percorso aggregativo. E sempre in Toscana. Finora le aziende acquisite sono tre: la pisana Giuntini (outerwear), l’empolese Ciemmeci Fashion (abbigliamento in pelle) e l’aretina Mely’s (maglieria). Il 21 dicembre Florence ha siglato una lettera d’intenti per rilevare un produttore di abbigliamento in jersey. Lo riporta Il Sole 24 Ore, che ha intervistato il CEO Francesco Trapani (nella foto): “La quinta gamba sarà il denim, prima di aprire il capitolo borse che dovrebbe essere l’altra linea di business da sviluppare”. Lo stesso manager ha specificato come Florence sia un polo di attività produttive al servizio dei brand. “Di certo non siamo interessati alla conceria, né ai tessuti o ai filati e neppure ai gioielli” ha precisato il manager. (mv)
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