Le famiglie Prada e Della Valle, assediate da rumor di cessioni alle porte, rilanciano il proprio impegno nelle holding di riferimento. Come? Miuccia Prada (in foto a destra dal recente servizio Vogue) ha blindato il controllo della famiglia su Prada Holding, società titolare dell’80% delle azioni del marchio Prada. Diego Della Valle (in foto a sinistra) ha smentito che l’accordo con L Catterton sia finalizzato alla vendita del gruppo Tod’s alla finanziaria francese: “Abbiamo un’azienda di famiglia con dei giovani che hanno voglia di fare questo mestiere”.
Le risposte delle famiglie Prada e Della Valle
Dopo 24 anni Diego Della Valle vuole sganciarsi dalla Borsa. Fallito un primo tentativo nel 2022, ci riprova alleandosi con L Catterton. Secondo il Financial Times, l’operazione darebbe a Tod’s una valutazione di circa 2 miliardi di euro, compreso il debito. Per i marchi di lusso più piccoli e globali l’uscita dalla Borsa consente una maggiore libertà operativa. Perché i brand possono prendere delle decisioni strategiche, anche a lungo termine, senza dover rendere conto al mercato ogni tre mesi. Il delisting, quindi, non sarebbe premessa dell’uscita della famiglia fondatrice, ma del suo rilancio. Perché fuori dalla Borsa i brand possono investire più facilmente nell’artigianato, nell’innovazione e nei servizi su misura senza i vincoli trimestrali delle informative finanziarie e senza badare alla volatilità del mercato. Jing Daily si interroga se la mossa di Tod’s possa dare il via ad una tendenza più ampia di marchi, gruppi o rivenditori di lusso quotati che si ritirano dal mercato pubblico con l’idea di rafforzarsi.
Questa storia di Chanel
Viceversa, Prada sta pensando ad una doppia quotazione. Oltre all’attuale a Hong Kong, la società vorrebbe quotarsi a Milano (non sarebbe, però, una priorità). A settimane dallo scoop de Il Giornale su una presunta trattativa per il merger sull’asse Chanel-Prada, Affari&Finanza di Repubblica scrive che Miuccia ha concluso un’operazione per proteggere il marchio da capitali extrafamiliari. Nella complessa architettura societaria, Miuccia ha comprato azioni della nuova categoria “C” della società Ludo (che controlla la società Bellatrix proprietaria del 65% di Prada Holding). Azioni insignificanti per il capitale, ma rilevanti nei diritti societari. Ad esempio, qualora uno dei figli decidesse di vendere le azioni, il titolare delle azioni C avrebbe il diritto di prelazione. Secondo esperti di diritto societario citati dalla stessa testata, l’obiettivo di Miuccia è far restare in famiglia il capitale sociale di Ludo, evitando l’ingresso di terzi (opzione possibile solo una volta trascorsi i 5 anni di “lock up”, cioè di vincolo). Una scelta che dimostra come la famiglia Prada-Bertelli voglia mantenere il controllo del marchio. Altro che cessione… (mv)
Leggi anche: