Non sono passati neanche due mesi da quando Bernard Arnault, presidente e CEO di LVMH, si diceva “ottimista” sulle prospettive statunitensi alla vigilia della presidenza Trump. Ma i primi effetti della “trumpnomics” sui suoi conti, calcola Bloomberg, hanno poco di positivo. Tra guerre commerciali in corso o paventate, inflazione e minacce di recessione, le Borse globali sono in calo e i patrimoni dei miliardari che hanno presieduto all’insediamento del tycoon colano a picco.
Dove ci porta la trumpnomics
Certo Arnault, che vanta lunga e consolidata amicizia con il leader repubblicano, aveva ragione a dirsi “ottimista”: aveva beneficiato del buon bimestre intercorso tra il voto di novembre e l’inizio del mandato di gennaio. E si diceva pronto a investimenti diretti negli USA. Lo scenario risulta cambiato. Il 20 gennaio alla cerimonia di insediamento di Trump erano presenti 5 miliardari: con Arnault c’erano Elon Musk (Tesla, X, SpaceX), Jeff Bezos (Amazon), Sergey Brin (Google) e Mark Zuckerberg (Meta-Facebook). Be’, secondo Bloomberg Billionaires Index la loro ricchezza è diminuita complessivamente di 209 miliardi di dollari. Lo scotto maggiore lo ha pagato Musk (149 miliardi), che però merita un discorso a parte, essendo direttamente coinvolto nell’administration. Monsieur Arnault (in foto, Shutterstock), dicevamo, ha perso 5 miliardi di dollari: il titolo della sua holding non ha tratto vantaggi dalla tensione che la geopolitica ha aggiunto alle incertezze del lusso. Chissà se è ancora ottimista, ora che lo scontro di dazi tra le sponde dell’Atlantico sta arrivando ai prodotti moda.
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