L’IPO di Golden Goose? Trionfale, “ma occhio ai 460 mln di debiti”

L’IPO di Golden Goose? Trionfale, “ma occhio ai 460 mln di debiti”

C’è chi crede nel successo dell’IPO di Golden Goose, come Mediobanca. E chi, invece, in vista dell’appuntamento del 21 giugno esprime qualche perplessità, soprattutto alla luce dei 460 mln di debiti e del contesto del mercato della moda.

L’IPO

Secondo i piani, il 21 giugno sarà il primo giorno di negoziazioni per il titolo Golden Goose. Fino adesso sappiamo che la richiesta degli investitori ha superato l’offerta, quando però il prezzo della singola azione è nella forchetta tra 9,50 e 10,50 euro. Questo vuol dire che l’azienda ha una valutazione di circa 2 miliardi di dollari. Mentre all’inizio di quest’anno, il principale azionista Permira puntava a 3 miliardi di dollari. Il collocamento delle azioni fin qui è avvenuto a soli investitori istituzionali.

 

 

I 460 mln di debiti

Affari& Finanza di Repubblica fa notare che “l’indebitamento netto a fine 2023 (di Golden Goose, ndr) era di 460 milioni di euro, pari a 2,4 volte l’ebitda rettificato”. Secondo i piani, la società mira a dimezzare questo valore entro il 2029. Ciò vuole dire imprimere ai ricavi una forte accelerazione. Mediobanca ci crede e prevede oltre 1 miliardo di entrate in 6 anni. Fitch invece è più cauta e sostiene che una crescita così veloce potrebbe compromettere il posizionamento del marchio.

I precedenti

BoF osserva che nelle ultime due IPO calzaturiere, quelle cioè di Dr. Martens e Birkenstock, gli investitori hanno sbagliato le previsioni. Hanno prima stroncato il produttore tedesco di sandali che invece, col tempo, ha visto crescere la quotazione. Mentre hanno esaltato Dr. Martens che, viceversa, ha visto poi il titolo precipitare. La testata dà atto a Golden Goose che la sua strategia ha portato il marchio, da molti considerato un fuoco di paglia, a un business da 500 milioni di euro l’anno. “La domanda ora è se i clienti torneranno a comprare un secondo paio di sneaker” si chiede Bof. Il marchio risponde affermativamente, “ma la chiave del successo a lungo termine è se questa formula funzionerà in nuovi mercati e nuovi prodotti, come le borse”. (mv)

Foto da Facebook

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