Certo, il +129% sul secondo trimestre 2020 (cioè nel pieno della prima ondata di Coronavirus) può sembrare quasi un atto dovuto. Ma il -4% sull’analogo periodo del 2019 dice che la direzione forse è davvero quella giusta. Hugo Boss spazza via le perplessità sul suo debole recupero e comunica risultati sorprendentemente positivi. L’ottimismo ha portato la casa di Metzingen a rilasciare, per la prima volta dall’inizio della crisi Covid, delle previsioni annuali. Per il 2021 stima un aumento delle vendite del 30-35%. “Si prevede che tutte le regioni contribuiranno alla crescita”.
È arrivata la ripresa
Hugo Boss certifica la sua ripresa, superiore alle stime del mercato. I risultati preliminari del secondo trimestre dicono che il fatturato consolidato è di 629 milioni di euro. Che significa, dicevamo, il +129% sull’analogo periodo del 2020 e appena sotto del 4% rispetto ai livelli del secondo trimestre del 2019. Ancora rispetto a due anni fa, le vendite in Cina sono cresciute del 33%. Bene anche la redditività, migliorata grazie alla “continua e rigorosa gestione dei costi” recita la nota della società. L’utile prima di interessi e imposte (Ebit) è pari a 42 milioni di euro nel periodo aprile-giugno 2021. Nel secondo trimestre del 2020 il brand registrava la perdita operativa di 250 milioni di euro. “Ha contribuito a questo sviluppo anche il non ripetersi degli effetti negativi – continua la nota – sulla valutazione delle scorte e degli oneri per riduzione di valore registrati nel trimestre dell’anno precedente”.
Basta rumors
Risultati che potrebbero anche arginare i rumors di mercato. Si diceva che Hugo Boss, alle prese con un difficile recupero delle vendite, sarebbe finito nella lista della spesa dei conglomerati del lusso. Il nuovo CEO Daniel Grieder ha assunto l’incarico con grandi ambizioni che la società sembra ora in grado di poter raggiungere. (mv)
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