La famiglia Furlanetto vuole vendere Furla, almeno in parte. Pare sia una delle opzioni che gli eredi di Aldo Furlanetto, fondatore nel 1927 a Bologna del marchio, starebbero valutando. Ci sarebbe già, anzi, l’incarico a Lazard. Dai documenti in circolazione emergerebbe anche un potenziale accordo tra lo stesso marchio e Stefano Sassi, ex CEO di Valentino che da consulente avrebbe facilitato il passaggio di Etro a L Catterton. Tutti gli scenari sono ancora aperti.
Perché sarebbe ora di vendere Furla
Il mercato degli accessori è molto affollato e competitivo. Probabilmente la famiglia Furlanetto ha compreso di dover incrementare la potenza di fuoco per competere. “Non è chiaro se Furla stia cercando un partner industriale o semplicemente qualcuno che contribuisca a finanziare lo sviluppo dell’azienda – dice una fonte anonima a WWD –. Ovviamente, un’iniezione di capitale è sempre utile e sappiamo che molti fondi di private equity sono pieni di denaro ora. In Furla credo che ci sia un problema di successione“. Secondo la stessa fonte il brand ha messo in stand by il piano per un’eventuale IPO. Se ne parla dal 2016, ma il progetto non si è mai concretizzato. Riferendosi a Giovanna Furlanetto, la fonte sostiene: “Ha cambiato idea e ora non è il momento di riconsiderare questa decisione”.
Cosa c’entra Sassi
Dal dossier Furla emerge anche un possibile accordo tra il marchio e Stefano Sassi, CEO di Valentino fino al 2012. Lo stesso manager ha recentemente collaborato al passaggio del 60% di Etro a L Catterton. Attualmente il CEO di Furla è Mauro Sabatini, che nel gennaio scorso ha preso il posto di Alberto Camerlengo, nominato presidente esecutivo del consiglio di amministrazione. (mv)
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