L’alto di gamma non perde il suo fascino agli occhi della finanza. Per i fondi investire nel lusso ha ancora appeal: meglio se digitale, con particolare forza nei segmenti abbigliamento e accessori. Secondo un sondaggio Deloitte il mercato del lusso è dinamico, resiliente e pronto a scommettere sul suo futuro. Così come sono pronti ad investire nel settore 7 fondi su 10: la stessa proporzione di un anno fa, ma con una pandemia di mezzo in più.
Lo scenario
Lo scenario emerge dal report Global Fashion & Luxury Private Equity and Investors Survey 2020. Gli investitori che hanno partecipato al sondaggio stimano nel 2020 un calo dei ricavi del settore tra il 21% e il 30%. Le vendite dei beni di lusso personali (abbigliamento e accessori, orologi e gioielleria, cosmetica e profumi) dovrebbero comunque aumentare ad un tasso medio annuo dell’1,9% tra il 2019 e il 2025. A livello geografico, Asia e Medio Oriente sono destinati a recuperare più in fretta. America Latina e Europa saranno le più lente. Il Vecchio Continente in particolare subirà un calo delle vendite stimato tra il 30 e il 40%, con una ripresa prevista solo tra 12-18 mesi. Tra i settori che nei prossimi tre anni offriranno le performance peggiori ci sono l’auto, l’hospitality e il retail. Stabili abbigliamento, orologi e gioielleria, yacht e jet privati.
Investire nel lusso ha ancora appeal
Nonostante il quadro non proprio rassicurante, il settore dei beni di lusso personali si conferma come quello più attraente per gli investitori. Perché? In virtù delle sue liquidità e redditività. Il 70% degli investitori si dice, secondo Deloitte, pronto a compiere acquisizioni o investimenti. E gli occhi sono puntati soprattutto sul settore abbigliamento e accessori, considerato il più interessante di tutti. Visto che la pandemia Covid-19 accelererà i processi di digitalizzazione (Big Data, Intelligenza Artificiale e Internet of Things), il digital luxury è destinato a calamitare i capitali di investimento. (mv)
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