Versace sarebbe in vendita, vittima collaterale della fusione tra Capri Holdings e Tapestry. A proposito di M&A, Giovanna Ferragamo, secondogenita di Salvatore, allontana l’ipotesi del passaggio di mano del brand fondato dal padre Salvatore: crede nell’indipendenza e nel passaggio generazionale grazie alla regola del “tre”.
Versace sarebbe in vendita
È ancora da capire se Federal Trade Commission autorizzerà la fusione tra Tapestry e Capri Holding. Intanto, tornano le indiscrezioni (già circolate, insieme a quelle sul destino di Jimmy Choo) secondo cui Capri Holdings avrebbe posto Versace sotto la lente di ingrandimento. Tra le varie opzioni prese in considerazione, c’è anche la vendita: il gruppo statunitense avrebbe addirittura già incontrato due investitori, Exor e Kering. In base a quanto riporta il Corriere della Sera, non è nemmeno da escludere lo scenario opposto: cioè, che Capri decida non solo di tenersi Versace, ma di investirci per renderlo il marchio di punta del futuro colosso della moda a stelle e strisce. Simmetricamente, anche Tapestry starebbe valutando l’idea di liberarsi di Stuart Weitzman.
I Ferragamo non mollano Ferragamo
Chi non è in vendita, e forse non lo sarà mai, è Salvatore Ferragamo. Almeno così si auspica Giovanna Ferragamo, presidente della Fondazione Ferragamo, intervenendo a “La moda non è un lusso”, evento promosso da Il Giornale. “Crediamo che l’azienda possa rimanere in famiglia. Vorrei che ci fosse una continuità. Ferragamo non può esistere al di fuori dell’Italia: il Made in Italy è un plus”. Giovanna Ferragamo ha rivelato la regola del tre: “Se tutti i nostri parenti, figli e nipoti, dovessero entrare in azienda come potremmo gestirla? Così abbiamo deciso che solo tre persone della nuova generazione sarebbero entrate in azienda e solo dopo aver fatto esperienza altrove per tre anni almeno”. (mv)
Leggi anche: