La sedicente “LVMH cinese”, appena nata, è già finita. Shandong Ruyi non ha ancora chiuso per Bally: secondo Reuters, il gruppo tessile non è riuscito a farsi finanziare i 600 milioni di dollari necessari per l’operazione. Viste le difficoltà finanziarie del gruppo, aggravate dall’emergenza Coronavirus, ci sono dubbi che riesca a onorare il deal in futuro.
Non ha ancora chiuso per Bally
Risale al febbraio 2018 l’annuncio dell’accordo per la cessione di Bally da JAB Holding, con sede in Lussemburgo, al gruppo tessile. A distanza di due anni, si apprende che il closing non è ancora arrivato. E, vista la peggiorata situazione finanziaria del gruppo cinese, potrebbe essere a rischio.
Solidi grazie a JAB
“Bally ha la fortuna di continuare a godere del sostegno del suo unico azionista, JAB – recita una nota diramata dal brand svizzero –. JAB continua a supportare le attività di Bally. La posizione finanziaria del brand rimane robusta. Guardiamo avanti per continuare la nostra forte performance. Qualsiasi transazione pendente tra JAB e Shandong Ruyi non influenza i nostri sforzi per consolidare la presenza di Bally e il posizionamento a livello globale”.
Le difficoltà di Shandong Ruyi
Si rincorrono da tempo news sulle difficoltà del gruppo cinese. Di recente è stato annullato il deal con Bagir: l’azienda israeliana, anzi, ha citato in Tribunale per inadempienza l’ex partner. La società cinese, che controlla SMCP e Acquascutum tra gli altri, è gravata dal debito assunto per portare avanti la propria stagione di acquisizioni nel lusso europeo. (mv)
Immagini tratte da bally.it
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