Aria di grandi manovre a Biella. Già, perché il gruppo Zegna annuncia l’IPO a New York: la maison di moda maschile a fine novembre si quoterà a Wall Street. Non solo: lo farà insieme a Investindustrial Acquisition Corp, la SPAC lanciata nel 2020 dall’omonima società di Andrea Bonomi proprio per favorire l’approdo di aziende italiane negli States. Per rendere possibile l’operazione, la SPAC rivelerà tramite un PIPE (private investment in public equity) l’11% del gruppo del lusso.
IPO a New York
La notizia, dicevamo, arriva sulle pagine del Corriere della Sera con una certa sorpresa: dal quartier generale di Biella non avevano fin qui dato corda ai rumors sulle strategie borsistiche. Invece ora si apprende che le trattative con Investindustrial erano in corso da gennaio e che l’IPO si farà per novembre. “Dopo la fusione la famiglia Zegna manterrà il controllo con il 62% del capitale – riepiloga il CorrSera –, mentre Bonomi e un gruppo di soci avranno circa l’11%; il resto sarà sul mercato”. Su chi ci sia “nel gruppo di soci” rimane il riserbo: pare, ma da Zegna non confermano, anche Patrizio Bertelli, CEO di Prada.
Governance e prospettive
Nel board della nuova Zegna “saranno presenti Gildo, Paolo e Anna Zegna”, insieme a “Domenico De Sole, Henry Peter, Michele Norsa e Ronald Johnson, attuali consiglieri”. Con loro, riporta il CorrSera, avranno un ruolo anche “Bonomi, Sergio Ermotti, Valerie Mars, imprenditrice americana, e Angelica Cheung, ex direttrice di Vogue China ora consulente di Zegna in Cina”. In termini economici, “la società avrà un valore iniziale atteso di 3,2 miliardi di dollari, con una capitalizzazione di mercato prevista di 2,5 miliardi”. A proposito degli investimenti “complessivamente sono 880 i milioni di dollari impegnati nell’operazione: 403 milioni di dotazione della SPAC, 250 milioni derivanti dal PIPE e ulteriori 225 milioni di Investindustrial. Buona parte del denaro servirà a creare ulteriore cassa per gli investimenti che Zegna ha in programma e per nuove acquisizioni industriali”.
Le intenzioni
“Ci abbiamo pensato a lungo, ma un po’ la SPAC era già quotata in USA, un po’ gli investitori del lusso si trovano soprattutto in America – spiega al CorrSera Gildo Zegna, CEO del gruppo (in foto, dal web) –. Essere a New York dà la visibilità necessaria a un gruppo come il nostro, che esporta circa l’80% del fatturato”. Gli States hanno anche un certo appeal commerciale: “Sono un mercato trainante, che sta vivendo un vero boom dell’abbigliamento casual – continua –. Noi stessi abbiamo avuto un ultimo trimestre davvero buono. Ma non cambieremo: la nostra sede resterà italiana e anche le fabbriche saranno sempre più italiane”. L’IPO non cambia il passaporto di Zegna, insomma: “Assumiamo in Italia e ancora di più lo faremo quando il mercato ripartirà completamente. Non stiamo facendo un’operazione finanziaria ma industriale. Ci quotiamo adesso ma da tempo abbiamo una governance da società pubblica”.
Ma non nasce un polo del lusso
In seconda battuta rispetto all’intervista al CorrSera, durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, Gildo Zegna si è sentito in dovere di chiarire che cosa intende quando parla di acquisizioni. “Non siamo qui per costruire un polo del lusso. Non abbiamo l’ambizione di diventare un conglomerato, vogliamo rimanere competitivi a modo nostro – sono le sue parole, riprese da MFF –. Questo è un progetto industriale che mette l’italianità al centro. Il made in Italy primeggia già al mondo, considerando che il 70% delle produzioni francesi è concentrato nel nostro Paese. Noi non intendiamo dare vita a un conglomerato sul modello d’Oltralpe”.
Leggi anche: