Lunedì 20: il giorno dell’IPO di Zegna, la prima a New York per una maison italiana, è arrivato. E il CEO Gildo Zegna (nella foto) è sicuro che l’operazione aiuterà il gruppo a lanciare la sfida dimensionale ai gruppi francesi. Perché, tra potenziale di crescita organica e acquisizioni (di brand o di filiera), le prospettive sono rosee. “Con questa operazione abbiamo dimostrato il coraggio. È una scelta che ci aiuterà a guadagnare scala in un mercato sempre più competitivo – dice a La Stampa –. In questo settore la dimensione è importante, ma aumenterà anche il valore del brand”.
La sfida dimensionale
“La priorità è la crescita organica”, chiarisce Zegna. Qual è, dunque, il focus? “Con Thom Browne abbiamo fatto un’operazione di altissimo livello – risponde il CEO, nonché nipote del fondatore –. Noi siamo un gruppo industriale. Vogliamo rafforzare la piattaforma tessile e del lusso. Più che acquisizioni, però, parlerei di integrazioni, secondo i nostri valori e DNA”.
Il dualismo con i francesi
All’orizzonte c’è il confronto con i francesi. “Gli italiani sono sempre stati grandi innovatori, ma spesso a differenza della Francia, non sono stati in grado di comunicare – osserva Zegna –. Eppure, il lusso francese in buona parte produce in Italia”. Il gruppo arriva all’IPO insieme a Investindustrial: “Abbiamo trovato il partner giusto e siamo pronti”. Ed è proprio Andrea Bonomi di Investindustrial a spiegare che cosa distinguerà Zegna dai concorrenti d’Oltralpe: “Zegna non ha debito e avrà soldi in cassa. È una crescita dimensionale, ma non guidata dalla finanza – conclude –. I gruppi francesi sono conglomerati, Zegna ha un’idea di famiglia. Se ci saranno acquisizioni, saranno fatte con uno stile diverso e in linea con i valori del gruppo”.
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