Dieci anni nel nome della pelle. Dani, gruppo conciario veneto, ha festeggiato presso Spazio Lineapelle, qualcosa di più di un anniversario. Ha presentato il frutto di progetto di collaborazione formativa che da un decennio gestisce insieme a IFM, al secolo Institut Français de la Mode. Un’occasione per fare il punto di quanto attivato e creato finora, aprendo la porta a un futuro di rinnovata condivisione.
10 anni nel nome della pelle
“Best of Dani & IFM”, questo il nome dell’evento inserito nel programma di Lineapelle Designers Edition, ha presentato “i manufatti che gli studenti hanno realizzato nel corso di 10 anni di collaborazione”. Prototipi di altissimo livello confezionati scegliendo “la pelle sostenibile come materiale principale e dando vita a borse, calzature, accessori, capispalla. I workshop promossi dall’istituto sono una vera e propria fucina sperimentale per gli studenti che non solo entrano a contatto con i materiali, ma vengono affiancati dalle aziende nella formazione”. Percorsi indirizzati “alla scoperta di come si sviluppa il materiale, quali sono le sue caratteristiche distintive e come va lavorato per trasformarlo in prodotto finito. La pelle si conferma essere un materiale naturale di grande eccellenza, scelto in maniera irrinunciabile dal mondo della moda. Molti studenti che espongono sono poi diventati stilisti all’interno delle grandi maison in tutta Europa. Sono la testimonianza di quanto le sinergie scuola-azienda siano importanti nel percorso di crescita e occasioni per avvicinarli concretamente al lavoro di un domani”.
Ambasciatori della pelle
“Abbiamo invitato con piacere IFM – spiega Giancarlo Dani, CEO del gruppo conciario vicentino, presente all’evento insieme a Leyla Neri (head of Master of Arts in Fashion Design presso IFM, a sinistra nella foto) – a mostrare il risultato di 10 anni di collaborazione. La nostra volontà, da sempre, è quella di far conoscere la pelle agli studenti. Gliene forniamo di svariate tipologie, in modo che la utilizzino come strumento per esprimere la propria creatività. In questo modo diventano poi buoni ambasciatori del materiale che produciamo e nel quale continuiamo a credere con decisione”.
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