Sono giovani. Si chiamano Cristina e Fabiana. Hanno frequentato, diplomandosi, il corso finalizzato alla formazione di “Tecnici Superiori per il coordinamento dei processi di qualità, sostenibilità e innovazione tecnologica nella filiera dei prodotti in pelle”. Modulo rivolto a un massimo di 23 studenti e organizzato da Fondazione ITS Moda Campania con SSIP (Stazione Sperimentale delle Pelli e delle materie concianti). Da ottobre lavorano presso la conceria Russo di Casandrino (che collabora al corso ITS) e la loro esperienza rappresenta un ulteriore tassello del puzzle che abbiamo iniziato a costruire lo scorso dicembre, pubblicando un numero del nostro mensile (12-2023) che aveva uno scopo ben preciso. Capire, cioè, il rapporto tra i giovani e le professioni della filiera pelle. Speranze e delusioni, aspettative e considerazioni. Le loro storie, insomma. Storie come quelle di Cristina e Fabiana.
Giovani in conceria
Cristina Sanges, 27 anni (a sinistra nella foto), e Fabiana Belfiore, 24 anni (a destra), sono state assunte in Russo di Casandrino con contratto di apprendistato lo scorso ottobre, dopo avere svolto 520 ore di tirocinio in reparto e prima di diplomarsi (a dicembre). Cristina lavora nel commerciale, Fabiana in produzione, come tecnico di tintoria. “Sono laureata in Fashion Design – racconta Cristina -, un percorso formativo che mi ha dato una formazione di base molto generica sui materiali. Ho scoperto il corso ITS tramite il Centro per l’Impiego e mi ha subito interessato, perché l’ho visto come un’occasione per approfondire la particolare dimensione della pelle. Ho scoperto un mondo immenso”. Fabiana, invece, arriva al corso ITS con in tasca un diploma da Perito Tessile e in testa la volontà di specializzarsi in un particolare settore produttivo della moda. Ha scelto la pelle e, come spiegano in Russo di Casandrino, dopo un primo approccio in laboratorio, “ha deciso di entrare in produzione”. Quella della conceria, dice Fabiana, “è stata una vera scoperta. Il mondo della pelle mi era del tutto sconosciuto, ma appena arrivata in conceria appassionarsi è stato un attimo”. Facile, perché “la pelle è un prodotto naturale, vivo: osservare come reagisce mentre lo lavori è bellissimo”.
Al di là dei luoghi comuni
“Il materiale pelle – continua Fabiana – è visto come di nicchia, distante dalla nostra generazione, ma una volta che ci addentra nel suo mondo permette di aprirsi a una conoscenza e a una crescita continua”. La prima impressione, dopo due mesi di lavoro e le ore di tirocinio svolte in Russo di Casandrino è, quindi, “quella che in conceria che non si smette mai di imparare”. Cristina allarga l’orizzonte di questa considerazione. “Per i nostri coetanei, come per me quando ho iniziato il corso, la pelle è un materiale sconosciuto che, invece, andrebbe approfondito. Per cui, sì, consiglierei assolutamente di lavorare in una conceria, come di andare oltre il timore di lavorare in un’azienda strutturata, industriale. Una paura che nasce da vecchi luoghi comuni che vogliono la fabbrica come un luogo “deprimente”.
Formazione continua
Non è più così e, per esempio, l’esperienza di Russo di Casandrino lo dimostra, con progetti di welfare e non solo. Alla formazione continua dei dipendenti la conceria dedica un’attenzione costante. Attenzione sfociata – tra l’altro – nell’aver promosso anche tra gli addetti già in azienda la possibilità di accedere al corso ITS. Obiettivo: “Accrescere la competenza teorica nell’ambito della pelle e generare un innalzamento del livello culturale specifico”. Una proposta raccolta da due dipendenti, Luigi Petito e Vincenzo Borzone, che “si sono diplomati con il massimo dei voti”. Un risultato reso possibile, anche, dalla “riorganizzazione dei loro orari di lavoro, per conciliarli con quelli di frequentazione del corso”.
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