Alla fashion industry italiana servono 94.000 addetti in cinque anni. Ma solo la metà di questi è disponibile sul mercato del lavoro. Per questo agli istituti di formazione spetta l’arduo compito di “restringere la forbice” tra domanda e offerta. Il mensile numero 2 – 2023 de La Conceria si titola “Lavoro” ed è un approfondimento monografico sul tema del fabbisogno professionale nella filiera italiana della moda. Affrontiamo l’argomento da molteplici punti di vista: quello delle associazioni e delle imprese grandi e piccole. Nonché quella di chi si occupa dell’avviamento alla professione degli aspiranti conciatori, calzaturieri e pellettieri.
La voce dei formatori
L’articolo in cui diamo voce ai formatori si titola, per l’appunto, “Restringere la forbice”. Raccogliamo le testimonianze di Mauro Tescaro, per oltre 30 anni direttore del Politecnico Calzaturiero del Brenta e oggi membro del Comitato Educational di Confindustria Moda, e di Antonella Vitiello, manager di MITA Academy (Scandicci). Non solo, parliamo anche con Serena Musolesi di Cercal e Matteo Pasca di Arsutoria. Ma, dal momento che la formazione si fa anche in azienda, raccogliamo le esperienze dell’academy lanciata da Conceria Nuti Ivo, così come quella di Tigamaro. Dal momento che gli artigiani si muovono su binari diversi, l’esperienza di Doriano Marcucci merita un capitolo a parte.
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