Le maison francesi osannano “les métiers d’arts”. Il presidente Emmanuel Macron adora ricordare quanto sia importante l’industria del lusso in termini di posti di lavoro, esportazioni e immagine. Ma secondo il Comité Colbert, gruppo che rappresenta 90 marchi di lusso con sede principalmente in Francia, la politica non è passata dalle parole ai fatti: il savoir faire francese è in pericolo. “Se non facciamo nulla ora, tra dieci anni non avremo più artigianato in Francia– avverte Bénédicte Epinay, presidente del Comité Colbert, a Les Echos -. Senza gli artigiani, senza gli orafi, i calzolai, i modellisti, le modiste, le ricamatrici e le sarte, i gioiellieri e i guantai, l’alta moda francese non esiste più. Ogni anno rimangono vacanti 10.000 posizioni e la situazione si complicherà seriamente negli anni a venire con la piramide dell’età”.
Appello a Macron
Lo stesso Comité Colbert avrebbe preparato una lettera indirizzata a Macron. Con questa chiede al governo di tutelare il savoir faire francese. Come? Aiutando l’industria a risolvere il problema di reclutamento. “L’urgenza è tale che organizzeremo gli Stati Generali dell’Artigianato– continua Epinay -. Intendiamo riunire attorno allo stesso tavolo tutti coloro che hanno interesse a preservare questi mestieri. Le nostre maison ovviamente, ma anche enti formativi e stake holder. La nostra intenzione è che questi Stati Generali portino a una nota da inviare al Presidente della Repubblica”.
I mestieri dimenticati
Come si è arrivati a questo punto? Se Parigi si è affermata tra le capitali della moda, è grazie alle molteplici competenze dei suoi laboratori, sia tradizionali che innovativi e creativi. I mestieri artigianali sono stati gradualmente sottovalutati e dimenticati. “Non sono stati valorizzati per molto, molto tempo- assicura Alexandre Boquel, direttore dello sviluppo des métiers d’Excellence di LVMH – . Dal diciannovesimo secolo sono state trascurate le professioni del fare per portare avanti le professioni del pensiero. C’è quindi una grande ignoranza in questo campo tra i giovani, che non hanno idea di cosa sia un modellista o un incastonatore”.
Gap formativo
Alla base della mancanza di personale qualificato a disposizione del mondo della moda c’è ovviamente un gap di formazione. Come ci avevano raccontato da Paraboot, in Francia manca una rete strutturata che sappia rispondere all’esigenze del mercato. Secondo Comité Colbert, i CAP (“Certificat d’Aptitude Professionnelle”) sono intasati da adulti in riqualificazione, e non lasciano spazio ai giovani. C’è un diploma di maturità professionale in artigianato, ci sono scuole private, non sempre di livello soddisfacente, e infine c’è la formazione offerta internamente dalle case di moda, spesso legata all’apprendistato. Non è abbastanza. (mvg)
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