Roberta Alessandri è imprenditrice del distretto della scarpa, nonché attivista delle idee. È titolare (nella foto, a destra) di due marchi nel distretto di San Mauro Pascoli: Smart Leather, core business delle tomaie per i gruppi del lusso; Maria Tomassini, con prodotti di pelletteria personalizzati rivolti al consumer. Da poco ha lanciato l’Academy dell’orlatura. È anche portavoce nazionale di Cna Federmoda per calzaturiero e pelletteria.
Academy dell’orlatura
Com’è la situazione del mercato in quest’anno pandemico?
Volatile, di incertezza. In questo quadro è difficile fare investimenti. Nel calzaturiero il nostro lavoro è in ripresa con chi lavora nei mercati asiatici. Personalmente non mi sono fatta cogliere dalla paura e così ho deciso di diversificare.
In che modo?
In due direzioni. Prima di tutto attraverso il marchio di pelletteria Maria Tomassini, utilizzando il canale della personalizzazione del prodotto, del pezzo unico che ti distingue. L’anno pandemico un messaggio ce l’ha dato: il consumatore è più attento e responsabile. Premia il brand che ha un’etica, è attento al territorio, ci mette faccia e DNA. E infatti soddisfazioni ne abbiamo avute tante.
La seconda risposta?
Ho aperto la Academy Maria Tomassini. Il master in orlatura partirà la prossima settimana con 5 iscritti. Avevamo pensato a 10, ma con le regole del distanziamento è difficile. Quello che mi ha colpito è il curriculum di chi viene: avevo immaginato giovanissimi e invece ci saranno persone di 30-35 anni che già lavorano nel calzaturiero ma in altri settori.
Perché la Academy dell’orlatura è una risposta alla crisi?
Perché quando il settore ripartirà, voglio essere pronta. Nel distretto di San Mauro c’è un vuoto di tecnici qualificati che devono tradurre le idee in prodotto. È questo il momento migliore per ovviare a questa situazione formativa, non quando la domanda ripartirà e noi non sapremo come fronteggiarla. Fare innamorare le giovani generazioni alla manualità di questo lavoro, è questo lo spirito di questo progetto.
Che ruolo hanno gli artigiani nel distretto?
A San Mauro c’è una filiera di prossimità eccellente. Il suo problema è il ricambio generazionale. Se non si interviene sono guai per il territorio.
Il rapporto con il materiale pelle?
Ringrazio di questa domanda, che raramente mi viene fatta. Faccio docenza di Merceologia alla scuola del Cercal e insegno ai ragazzi a sfatare le tante fake news che circolano sul fashion, dall’inquinamento alla macellazione e sfruttamento degli animali. Il quadro non è assolutamente questo, la pelle è centrale nel nostro lavoro. Per dirne una: noi non smaltiamo la pelle come rifiuto speciale, ma abbiamo attivato una linea di produzione che riutilizza gli scarti per farne oggetti di merchandising venduti nella casa natale di Giovanni Pascoli.
Le sfide dei prossimi mesi?
Creare un prodotto di valore che tenga insieme la parte umanistica e quella tecnica. Il rapporto produttore-consumatore è finito, ora è il tempo della partnership tra chi produce e chi acquista. (ff)
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