Pelletteria socialmente utile. Sette detenuti del carcere di Sollicciano, alle porte di Firenze, hanno iniziato un tirocinio in altrettante pelletterie di Scandicci. Questa esperienza lavorativa rappresenta il completamento di un percorso formativo partito proprio all’interno delle mura del penitenziario. L’iniziativa nasce da un progetto di Pantagruel (associazione di volontariato per la difesa dei diritti dei detenuti) che ha organizzato le diverse fasi della formazione in collaborazione con le strutture del carcere. Determinante, poi, il contributo finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e delle aziende che fanno parte di ASPRI (Associazione Pelle Recuperata Italiana).
Pelletteria socialmente utile
Il progetto prende le mosse da un percorso iniziato ad aprile 2020 anno in cui si nasce un gruppo operativo a supporto di Pantagruel. Gruppo del quale fa parte Simona Innocenti, titolare di Bis Bag e presidente di ASPRI. L’esperienza propone un modulo formativo per pellettieri destinato a 12 detenuti dal titolo Salvare la Pelle. Il riferimento è all’economia circolare e all’upcycling, ma anche, in modo indiretto, al recupero sociale delle persone coinvolte. Il corso si è poi sviluppato in tirocini extracurriculari. “Non volevamo che la conclusione del corso fosse solo la consegna degli attestati di partecipazione – spiega Innocenti -. Abbiamo, quindi, fatto riferimento all’ordinamento penitenziario che spinge a favorire “in ogni modo la destinazione dei detenuti al lavoro e la loro partecipazione a corsi di formazione”.
Le aziende coinvolte
Così, i “corsisti” hanno avuto l’occasione di andare a lavorare all’esterno del carcere, sostenendo la “concreta possibilità di una futura assunzione “. Le aziende coinvolte nel progetto sono: Bis Bag, Giuni’s Wallet, S.G. Team, Samar, Martin Group, Esquaire e 4Plus. “Grazie al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio, le aziende non hanno dovuto anticipare alcun finanziamento – spiega Innocenti -. Questa è davvero un’esperienza bellissima. I detenuti sono persone di tutte le età, vanno dai 25 ai 59 anni. Hanno dimostrato attenzione e continuità. Per loro è importante: gli abbiamo dato ossigeno”.
Non finisce qui
Il progetto coinvolge anche Regione Toscana e Confindustria Firenze. L’obiettivo è dare continuità al processo di inserimento dei detenuti nel mondo del lavoro in tutti i settori con cronica carenza di manodopera. “I corsi fatti non saranno gli unici. C’è una progettualità e speriamo che presto possano essere ripetuti”.
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