Le possibili applicazioni sono due. La prima è di visualizzazione: disegno e virtualizzazione 3D permettono di sviluppare un nuovo modello di calzatura in maniera più lineare, e con minori rischi di incomprensioni tra le parti coinvolte nel processo, rispetto al classico metodo di disegno a due dimensioni. La seconda è di stampa: realizzare il primissimo prototipo della scarpa con la stampa 3D consente di risparmiare soldi, tempo e risorse. Secondo FDRA, l’associazione dei retailer statunitensi, si passa dalle 12-24 settimane di lavoro e circa 2.000 dollari di spesa, ai 2-4 giorni e costi per 300 dollari. Lo ha spiegato Matt Priest, ceo dell’organizzazione USA, durante i lavori di UITIC, il convegno dei tecnici della calzatura oggi all’ultimo giorno a Porto. L’interesse non è solo teorico: FDRA sta anche lavorando alla realizzazione di software (incluso Material Exchange, un archivio digitale dei materiali) a sostegno dei brand e dei loro fornitori. A proposito di UITIC, sono 5 i candidati ad ospitare la prossima edizione, in calendario per il 2020: la Romania con Bucarest, il Brasile con Novo Hamburgo, l’Argentina (che non ha indicato una città), la Colombia con Bogotà e il Sudafrica con Durban. Nei prossimi mesi conosceremo il verdetto.
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