Negli arrondissement del centro di Parigi Gucci, Saint Laurent e Balenciaga hanno almeno tre boutique. Bottega Veneta, invece, ne ha un paio, mentre Brioni una: sabato scorso sono rimaste tutte chiuse, perché per il gruppo Kering prevenire le possibili violenze dei Gilet Jaunes era meglio che curarne le conseguenze. Pur a costo di rinunciare alle vendite del penultimo weekend prima di Natale. Non si placa la tormenta delle proteste nella capitale francese, dove i gilet gialli tengono sotto scatto forze dell’ordine, attività commerciali e culturali (con conseguenze anche drammatiche). Mentre la prima ondata di manifestazioni ha portato con sé devastazioni e saccheggi, dai primi di dicembre, pur entrando nella campagna natalizia, molti store hanno preferito la prudenza: come Doucal’s, Baldinini e Barret, che hanno chiuso gli store e svuotato i magazzini. Stando a quanto riporta la stampa transalpina, la Camera di Commercio di Parigi (Chambre de commerce et d’industrie d’Ile-de-France) conta 500 tra negozi e sedi di società danneggiate durante le manifestazioni nella sola prima settimana di dicembre. Venerdì scorso è stato il turno del gruppo Kering che, “preoccupato per la sicurezza dei nostri team e dei nostri clienti”, ha preferito le saracinesche abbassate alle possibili minacce di ordine pubblico. Le cronache raccontano di un sabato dove l’onda dei Gilet Jaunes ha perso, complici anche il maltempo, le prime concessioni dell’Eliseo e le paure scaturite dall’attentato di Strasburgo, parte del vigore che distingueva il movimento fino a una settimana fa. Ma il centro, con gli Champs Elysées nel solito ruolo di catalizzatore delle folle, è rimasto palcoscenico delle proteste. Per Kering, forse, l’unico motivo di rammarico, col senno di poi, è che la concorrenza, come i department store Galerie Lafayette e Printemps Haussmann, hanno aperto regolarmente. (foto da twitter)
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