L’effetto CVR esprime tutta la sua forza (in negativo) sulla semestrale di Natuzzi. Se il primo trimestre del gruppo segnava il -22%, la percentuale di fine giugno 2020 è di meno 33,1%. Le vendite nette consolidate del secondo trimestre 2020 sono state di 61,6 milioni di euro, rispetto ai 92,2 milioni di euro del secondo trimestre del 2019. L’andamento è diverso a seconda delle geografie. Mentre Europa, Africa e Medio Oriente fanno -34,8% su base annua, i mercati americani fanno -27,4% e l’Asia -4,8%.
La semestrale di Natuzzi
La fase di assestamento sarà lunga e incerta, questo a Santeramo in Colle lo sanno bene. E professano cautela per l’andamento dei prossimi mesi del 2020, vista la grande incertezza sulla recrudescenza di casi CVR. Il flusso di ordini da giugno è in aumento, ma negozi e stabilimenti sono rimasti chiusi a lungo. In Cina gli store Natuzzi sono stati chiusi da metà gennaio a metà febbraio 2020. In Europa e America l’attività commerciale si è di fatto bloccata da metà marzo, con graduali riaperture dalla metà di maggio. In Messico, invece la chiusura si è avuta dall’inizio di aprile fino alla prima settimana di luglio.
Gli stabilimenti
Anche gli stabilimenti del Gruppo Natuzzi – riporta la nota che accompagna i dati economici – sono rimasti chiusi per gran parte del secondo trimestre: in Italia dal 23 marzo al 25 aprile 2020; in Romania dal 10 aprile all’11 maggio 2020. In Brasile lo stabilimento è stato chiuso inizialmente dal 23 aprile al 22 maggio e successivamente dal 19 giugno al 13 luglio 2020.
Liquidità e outsourcing
Ora Natuzzi punta a proteggere la liquidità, e in questo la cassa integrazione CVR, non solo in Italia, è un aiuto strategico. Aiutano anche i minori costi delle materie prime, come già rilevato nel primo trimestre 2020, ed una serie di prestiti ottenuti in Svizzera, Brasile e USA. Per preservare il mercato americano il gruppo ha messo in atto un’attività di outsourcing in Vietnam per servire in via esclusiva i clienti di quell’area. I dazi doganali di Trump sui prodotti di importazione cinesi sono un fardello pesante per Natuzzi. Ecco quindi la scelta di un nuovo e più piccolo stabilimento cinese per realizzare divani e complementi d’arredo per il mercato asiatico, mentre alcuni processi relativi alle componenti in legno e alla schiuma sono esternalizzati. Ma Natuzzi punta anche a realizzare un altro accordo di produzione outsourcing nell’Europa orientale per la regione EMEA. (aa)
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