Campanello d’allarme dalla borsa di New York. Natuzzi rischia (di nuovo) il delisting. Per il brand pugliese dell’imbottito si paventa, come accaduto a dicembre 2018, la possibilità della cancellazione dal New York Stock Exchange.
Natuzzi rischia (di nuovo) il delisting
Due le questioni sotto osservazione: il prezzo medio del titolo Natuzzi, che è sceso, ad aprile 2020, cioè in piena emergenza Coronavirus, sotto il dollaro. Una nuova allerta, quindi, sugli American Depositary Receipt (ADR), i certificati di negoziazione necessari per la quotazione alla borsa di New York per le azioni di aziende non statunitensi. Dal 17 marzo 2020, inoltre, Natuzzi non ha rispettato un’altra norma di quotazione del NYSE Listed Company Manual, che richiede di mantenere una capitalizzazione di mercato globale media non inferiore a 15 milioni di dollari-euro.
Tempi di reazione
Il tempo per riacquisire la conformità degli standard ADR e di capitalizzazione Natuzzi lo ha. Anche perché, a causa dell’emergenza COVID-19, gli organi di monitoraggio del NYSE hanno sospeso fino al 30 giugno 2020 l’efficacia dei requisiti. Quindi l’azienda pugliese può riguadagnare la conformità degli ADR, sulla carta, entro il 16 dicembre 2020. Tuttavia, l’attuale capitalizzazione della società, pari a 6 milioni di dollari, potrebbe comunque far scattare un procedimento di cancellazione del titolo Natuzzi, una quotazione avviata nel 1993.
Contromosse
Da Santeramo, intanto, il 21 aprile è partita una comunicazione verso la Borsa di New York. Per ora la multinazionale del mobile imbottito non intende intraprendere azioni quali l’aggregazione degli ADR come fatto in passato, che necessitano anche di pratiche costose in termini di tempo e risorse, come il cambio di contratti di deposito. L’idea è di aspettare la fine di giugno 2020 e capire anche se dalla Borsa di New York sarà prorogata la sospensione dell’efficacia dei requisiti a causa dell’emergenza Coronavirus o se scatteranno i 30 giorni di monitoraggio. (aa)
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