Fermi tutti. Qualche giorno fa abbiamo ripreso la notizia, lanciata dalla stampa indiana, della sospensione del bando del Governo Modi al commercio di bestiame, provvedimento che, unito al clima di incertezze e soprusi che gli operatori del Paese medio-orientale soffrono da mesi, sta paralizzando le filiere della carne e della pelle. Ecco: ci dobbiamo correggere. Perché i media di Nuova Delhi ora scrivono che c’è stato un grosso fraintendimento intorno al (presunto) passo indietro del governo. Al momento l’esecutivo guidato dal partito radicale induista BJP ha ritirato una norma che regola il commercio delle specie acquatiche. Sulla compravendita di bovini rimane la spada di Damocle del divieto. L’equivoco, intanto, dà la misura di quanto sia confusionario lo scenario indiano. E del perché, soprattutto ai livelli meno profittevoli della filiera, operatori e addetti siano in fuga.
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