Le concerie non si adeguano alle norme per il trattamento dei reflui e non installano sistemi di monitoraggio continuo dell’acqua (OCEMS), e la Giustizia continua ad apporre sigilli ai bottali. Non conosce sosta la guerra tra i governi indiani, centrale e federali, e il distretto conciario di Kanpur. L’aggiornamento proveniente dalla stampa locale sui controlli a tappeto eseguiti nel polo della pelle dell’Uttar Pradesh sostiene che tra gennaio e maggio scorsi delle 400 aziende operanti nel distretto, 386 sono state ispezionate e 77 obbligate alla chiusura. Alle difficoltà della conceria indiana, si somma il nuovo regime fiscale sulla produzione e la vendita di pelle e prodotti in pelle in vigore dal primo luglio che sta facendo sentire i propri effetti. Non solo sta rallentando i processi produttivi, sottoponendo a tassazione vaste aree che finora operavano nel sommerso. Ma, come racconta la stampa indiana, sta facendo schizzare i prezzi al cliente finale, con un’imposta sui prodotti in pelle passata dal 13,5% al 28%, a detrimento dei consumi.
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