L’acronimo è DMA. Per esteso: Dynamic Mechanical Analysis. Si tratta di uno impianto di ultima generazione “in grado di effettuare le tipiche analisi di qualificazione dei materiali viscoelastici”. E testimonia l’ulteriore step di SSIP (Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli) nello sviluppo di attività di ricerca relative alla struttura fisica della pelle. E delle proprietà che ne derivano.
DMA di ultima generazione
Il contesto di ricerca è quello di “una serie di attività sperimentali – si legge sul portale SSIP – basate sui principi della scienza e dell’ingegneria dei materiali”. E, quindi, “finalizzate all’incremento della conoscenza della relazione tra struttura e proprietà del cuoio”. Il DMA di ultima generazione di cui SSIP si è dotata diventa così il fulcro di questo iter progettuale. L’impianto, infatti, “è in grado di effettuare le tipiche analisi di qualificazione dei materiali viscoelastici”. Per esempio: “Creep, stress-relaxation e prove di regime oscillatorio per la misura dei moduli conservativo e dissipativo, sia in condizioni di tensione che in single e dual cantilever”.
Iter e obiettivi
“Sono da tempo in corso – spiegano da SSIP – due progetti di ricerca sulla modellazione viscoelastica e sull’analisi del fenomeno di contrazione del materiale ad elevate temperature”. Sono progetti che “derivano da fabbisogni del mondo automotive ed utilizzano le classiche analisi termomeccaniche con fornace e chiller”. Il DMA di ultima generazione “consentirà approfondimenti su proprietà tipiche del cuoio, come la stabilità idrotermica, e delle sue caratteristiche di assorbimento di acqua e umidità”.
Caratteristiche tecniche
L’impianto in dotazione ad SSIP dispone “di un controller temperatura-umidità relativa” per “mappare il comportamento della struttura fibrosa a differenti condizioni climatiche e di umidità”. Il tutto “in funzione della ricettazione in termini di tipologia e contenuto di conciante ed ingrasso”. Il DMA, inoltre, “è dotato di una micro-vasca integrata al portacampioni per prove di tensione con la quale si potranno eseguire test in regime oscillatorio in immersione in acqua”. Si tratta di una “configurazione – concludono da SSIP – che fornirà una alternativa alla caratterizzazione della stabilità idrotermica del collagene”. In altre parole, “l’obiettivo è quello di quantificare la temperatura di contrazione del cuoio mediante la valutazione delle variazioni dei moduli G’ e G” in una transizione solido-solido”.
Immagine tratta da ssip.it
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