In Francia il lusso crea opportunità per chiunque sia alla ricerca di un lavoro. il problema è che a volte mancano i candidati. Nell’Esagono ci si attende che l’industria legata ad abbigliamento, pelletteria e gioielleria di fascia alta crei 10.000 posti lavoro solamente nel 2020. Il trend sarà di crescita fino al 2025. Secondo i dati forniti al portale francetvinfo.fr da Guillaume de Seynes, presidente del comitato strategico del settore della moda e del lusso, nonché CEO di Hermès, il mercato dei beni di lusso sta crescendo ad un tasso annuo del 4-5%. “Non abbiamo priorità su profili specifici – spiega de Seynes -. Ad esempio, tra gli ultimi operai in prova ci sono un poliziotto e un cuoco, quindi persone disposte a riconversioni che si potrebbero dire davvero totali“.
Mancano candidati
Uno spunto interessante arriva dalla regione di Périgord. Qui, a causa dell’industrializzazione e della perdita di know-how, le pelletterie si sono quasi all’improvviso ritrovate senza personale capace di rispondere alle sue esigenze. Per fronteggiare l’ostacolo, alcuni imprenditori hanno richiamato gli operai in pensione affinché trasmettessero il proprio saper fare alle giovani leve. Altri, invece, hanno offerto “vitto e alloggio” ad artigiani nord africani. Nel frattempo, le istituzioni organizzano corsi ad hoc: in ballo non c’è solo la tradizione, ma anche i livelli occupazionali.
Artigiani scomparsi
Fra le tante storie imprenditoriali che si intrecciano, il quotidiano La Croix racconta quella di Sophie Engster. La donna nel 2014 ha abbandonato il proprio impiego in Dior per lanciare la propria azienda di calzature, Chamberlan. Il valore aggiunto del suo progetto risiede nella app tramite la quale il cliente può richiedere scarpe su misura. Engster, però, ha problemi a trovare operai capaci di eseguire lavori di fino. “Tutta la produzione è stata trasferita in Tunisia o in Marocco – dice –. In Francia rimangono solo le aziende attrezzate per produrre migliaia di paia e solo una dozzina di calzolai capaci di creare le scarpa dall’inizio alla fine”. Lavorare con piccoli fornitori pone problemi di costo: operano “con i loro tempi e per non meno di 2.000 euro – continua –. Noi però volevamo offrire prezzi di fascia bassa nel segmento del lusso, con consegna entro 3 mesi“. Per trovare gli addetti necessari alle loro esigenze, Chamberlain ha dovuto cercare una sede adatta. La scelta è ricaduta su Nontron, in Dordogna, dove da anni sono insediate la selleria CWD ed Hermès. Appena oltre il confine con la Nuova Aquitania, a poca distanza, nel 2014 è stato creato Reso Cuir. Che cos’è? Un cluster di eccellenza per la promozione del settore e la formazione. Proprio quest’ultimo, che dalla sua fondazione ha formato oltre 200 persone, venerdì scorso ha diffuso una nota evidenziando che molte aziende sono in cerca di personale e che “esiste persino l’urgenza di alcuni tipi di attività come orlatore, rifinitore, manutentori e tecnici della logistica”.
Problemi aquitani
“Nel 2011 il rischio di una carenza nel reclutamento aveva messo in dubbio lo sviluppo del brand Repetto – afferma Bernard Uthurry, vice-presidente del consiglio regionale della Nuova Aquitania incaricato dello sviluppo economico -. L’azienda voleva triplicare la sua produzione. Cercava un centinaio di persone per onorare i suoi ordini. Molti dipendenti sono rientrati dalla pensione per trasmettere il loro know-how“. Ora con 108 aziende e 3.900 posti di lavoro, la Nuova Aquitania è la terza più grande regione francese nel settore della pelle. “La filiera è completa dall’allevamento di bestiame alla produzione di guanti, calzature e pelletteria, passando per la concia e gli strumenti” spiega al quotidiano Laëtitia Doulcet, responsabile di Reso Cuir. In questo modo Chamberlan è riuscita a dare lavoro a 11 persone, anche se a tutt’oggi la fondatrice Engster spiega di non essere riuscita a soddisfare tutte le sue esigenze: “Volevamo trasferire un reparto in Italia, senza però trovare qualcuno che ci assembli la suola e la parte superiore della scarpa -. Alla fine mi sono affidata a un giovane ragazzo tunisino di Romans-sur-Isère”. (art)
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