Dicono no a Milano oltre 100 dipendenti sul totale di 170. I lavoratori dello stabilimento di Roberto Cavalli a Osmannoro, nel comune di Sesto Fiorentino, rifiutano la decisione della società di spostare le attività in Lombardia, chiudendo per sempre la storica sede toscana. I vertici del marchio di moda hanno confermato la decisione di trasferire la sede a Milano: il piano sociale prevede un indennizzo fra le 8 e le 11 mensilità per gli impiegati che rifiutano il trasferimento in Lombardia. Ad oggi sono 54 gli addetti che hanno comunicato, l’adesione al piano sociale dell’azienda.
No a Milano
In più di 100, dicevamo, hanno preferito licenziarsi piuttosto che trasferirsi nella sede milanese. “La sede fiorentina della Roberto Cavalli scompare. Si perde un enorme patrimonio professionale e umano, oltre a una risorsa per il territorio. Restiamo preoccupati sul futuro industriale del marchio”, spiegano in una nota le sigle sindacali Femca CISL e Filctem CGIL Firenze. Lavoratori e parti sociali si sono battuti per scongiurare la chiusura della fabbrica di Sesto Fiorentino, affiancati dalle istituzioni locali e supportati da un tavolo di confronto regionale. Ma a niente sembra essere servita questa resistenza.
L’indotto sul territorio
È “una scelta che impoverisce il territorio”, dicono in coro Regione Toscana e Comune di Sesto Fiorentino. Lo spostamento fuori dalla Toscana potrebbe significare la perdita di “un patrimonio di professionalità qualificate, cresciute in loco”. La mossa di Cavalli potrebbe rappresentare un rischio anche per le numerose ditte fornitrici del brand, secondo i sindacati. In questo senso si è mossa, preventivamente, la Regione. L’assessore Simoncini ha chiesto alla società garanzie per quanto riguarda l’indotto, ottenendo la conferma che i rapporti in atto resteranno in piedi. (mv)
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