Primo input: “Siamo tutti uniti sullo stesso problema: comunicare la pelle”. Secondo input: “Dobbiamo concentrarci sul parlare di pelle e del suo valore”. Entrambi risalgono allo scorso giugno. Fu allora che, durante l’Assemblea Annuale di UNIC – Concerie Italiane emerse e divenne palese come all’industria conciaria (sia in generale che nel particolare d’eccellenza di quella italiana) fosse urgente rispondere a un imperativo. Quello di fra capire a tutti, iniziando al consumatore finale, perché solo la pelle è meglio della pelle.
Campagna worldwide
UNIC – Concerie Italiane ha affidato a un’agenzia internazionale il compito di sviluppare una serie di attività worldwide di comunicazione. Devono “veicolare in modo efficace e contemporaneo le tre parole che rappresentano i piastri dell’industria conciaria italiana: sostenibilità, circolarità ed esclusività”. Sono “concetti ovvi, per chi la pelle la conosce, la produce, la utilizza”. Ma sono, al contempo, “concetti che richiedono una rinnovata strategia di diffusione, promozione e condivisione. Ai consumatori, in ogni parte del mondo, devono essere chiari alcune caratteristiche fondamentali della pelle. Caratteristiche troppo spesso stravolte e utilizzate in modo fuorviante”.
Metodo scientifico
UNIC spiega che “la futura campagna mediatica si svilupperà soprattutto attraverso canali digitali e social”. La base di partenza è una sorta di metodo scientifico: “Sono state condotte 1.200 interviste in 4 Paesi (Italia, Germania, Francia e USA). Da esse sono emerse, da un lato, la percezione della pelle come prodotto esclusivo, di lusso, durevole e con un heritage importante. Dall’altro, la scarsa consapevolezza del consumatore sulle dinamiche green della produzione e del prodotto conciario”. Due estremi, partendo dai quali “a breve, partirà un capillare e innovativo progetto di comunicazione”.