Sono tre le parole utili per capire Lineapelle 98: fiducia, calma, sincerità. Non era facile, alla vigilia, prevedere gli esiti del salone. Dal 19 al 21 febbraio a Fieramilano Rho è andata in scena un’edizione ricca di incognite. Come vi abbiamo raccontato nelle cronache day by day, in molti si erano preparati al peggio. Il peggio, però, non si è verificato. Anzi, la filiera della moda ha messo in campo tutta la sua vitalità. Dimostrandosi in grado di uscire vincente – ancora una volta da una situazione critica. E Lineapelle 98 ha chiuso in crescita del 2%.
Per capire Lineapelle 98
Fiducia. Di chi ha confermato la propria presenza come espositore. E di chi è volato a Milano per visitare gli stand di Lineapelle. Non si vuole addossare alcuna colpa a chi non è potuto venire in fiera o a chi, prudenzialmente, ha preferito evitare un viaggio di lavoro in giorni di allarme sanitario. Ma non era neanche scontato che molti decidessero comunque di esserci: e la loro fiducia è stata il primo motore del successo del salone.
Calma. Quella che si è percepita nei padiglioni di Lineapelle 98, dove la solita ressa ha lasciato il campo a una più tranquilla modalità di frequentazione: la cornice migliore per il dialogo tra espositori e visitatori, a detta di molti. Ma anche la calma con cui attendere gli sviluppi della situazione: il salone ha vinto la sua battaglia, ma la guerra del mercato della moda si combatte nelle prossime settimane.
Sincerità. Trasparenza sulle pratiche industriali. Condivisione degli obiettivi. La sostenibilità, sociale e ambientale, come best practice (e non come slogan). Lineapelle 98 ha dimostrato come tutti, ma proprio tutti, abbiano eletto la sincerità a metodo. La filiera della moda è consapevole: non si può più fare altrimenti.
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