Non è una novità, la mission culturale di Lineapelle. Ma molto particolare è uno dei modi in cui questa mission si esplicita durante l’edizione del salone milanese iniziato ieri. Per capirlo basta recarsi al Padiglione 9. E scoprire, percorrendo la Corsia A, la presenza di un dipinto che risale al terzo decennio del XVII secolo. Come è arrivato a Lineapelle?
Il quadro
L’autore del quadro è ignoto. Il suo titolo è “Ritratto di Comandante con Baffi e Moschetta”. Raffigura, come si legge sul retro della cornice, un soldato del Seicento con alti incarichi di comando militare. E racconta, alla sua maniera, l’evoluzione dei costumi di quei tempi antichi in diretta relazione con l’uso della pelle. Per questo motivo, e non solo, il quadro è protagonista di un’installazione a Lineapelle.
Restauro e confezione
Presso la Corsia A del Padiglione 9 è esposta la versione recentemente restaurata di questo dipinto. Di esso si analizza l’importanza nel catalogo edito da UNIC – Concerie Italiane in collaborazione con la Fondazione De Chiara De Maio e il Filangieri Museo di Napoli. Accanto al dipinto, trova spazio un costume confezionato totalmente in pelle sul modello della corazza del soldato raffigurato. A realizzarlo, le docenti di moda Fabrizia Ferrenti e Maria Rosaria Santin, con la collaborazione degli allievi del Liceo artistico Caravaggio di San Gennaro Vesuviano (Napoli) e della conceria DMD Solofra. “La pelle, orgoglio del made in Italy – come si legge nella presentazione del progetto – attualizza un manufatto militare materializzando un prodotto in bilico tra artigianato e arte”. A Lineapelle, in pratica, la storia si è fatta pelle.
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