“Crediamo che la bolla degli aumenti di prezzo si stabilizzerà. Ci auguriamo chi si normalizzi anche la regolarità delle forniture”. Sono parole di Nicola Coropulis, CEO di Poltrona Frau, pronunciate durante l’intervista che potete leggere cliccando qui. Sono utilissime per introdurre il tema più spinoso del 2021. Spinoso e trasversale a tutti i livelli della filiera della pelle, della moda, del lusso. Parliamo dei prezzi: delle materie prime, dei prodotti chimici, dei trasporti, dell’energia, delle borse, delle scarpe, di qualsiasi cosa. Prezzi che non hanno smesso furiosamente di aumentare durante l’intero corso dell’anno.
Il richiamo dei conciatori
Durante l’Assemblea Annuale UNIC – Concerie Italiane del 14 dicembre scorso, le parole del presidente, Fabrizio Nuti, hanno inquadrato e sintetizzato alla perfezione la situazione. “Questo 2021 si è caratterizzato per difficoltà di approvvigionamento e l’aumento, anche a doppia cifra, delle pelli e dei prodotti chimici, dei costi energetici, che stanno spingendo l’inflazione. È un problema particolarmente complesso: il cliente non accetta aumenti, la competizione è alta, ma è anche essenziale non registrare perdite di marginalità a fine anno”. Non era la prima volta che i conciatori italiani hanno fatto sentire forte il richiamo del loro disagio, arrivando ad esprimerlo in modo condiviso con le altre associazioni di filiera aderenti a Confindustria Moda: Assopellettieri e Assocalzaturifici.
Prezzi che non smettono furiosamente di aumentare
“C’è una pressione diffusa e globalizzata in corso sui mercati internazionali – scrivevano lo scorso aprile in una nota congiunta le tre associazioni -. È quella che porta all’indifferenziato e generalizzato aumento di tutte le materie prime. Un fenomeno preoccupante, che non lascia indifferente la filiera della pelle”. Qui, “il rincaro dei listini a monte sta creando ulteriori disagi al settore conciario e a quelli della calzatura e della pelletteria, già pesantemente afflitti dalle conseguenze della pandemia”. Otto mesi e l’allarme, con picchi di aumenti che per certi prodotti chimici si spingono al +35/40%, non accenna a perdere d’intensità e costringe molti a cercare soluzioni alternative. Per esempio, sotto il profilo della logistica e dei trasporti, per limitare il peso delle spedizioni marittime, sempre più fuori controllo.
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Il rally delle griffe
Le griffe, a tal proposito non sono rimaste a guardare. Uno dei loro tormentoni del 2021, infatti, è stato il ritocco programmatico dei prezzi di vendita dei loro accessori. Borse, in particolare. Capofila indiscusso di un trend che già nel 2020 si era dimostrato ben radicato: Chanel.
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