La determinazione della presenza cromo nelle pelli con lo standard ISO 17075 può dar luogo a falso positivi. La loro incidenza dipende da diversi fattori, tra cui il metodo impiegato (colorimetrico o cromatografico), le condizioni di estrazione (PH, dosaggi o, ad esempio, effetto matrice) e le modalità di campionamento. Se ne parla durante “I falso positivi nell’analisi delle pelli: problemi e soluzioni possibili”. Il workshop si tiene oggi, giovedì 3 ottobre, nel corso di Lineapelle 97 presso la sala conferenze LEM – Ponte dei Mari (lato padiglione 22 di Fieramilano Rho) dalle 14:30 alle 16:30.
Le ricerche
Il workshop è occasione per la presentazione dei risultati di due ricerche indipendenti, la prima svolta dall’università di Northampton, la seconda da quella dell’Insubria. Will Wise, Research Leader presso l’Institute for Creative Leather Technologies (ICLT) dell’accademia britannica, e Sandro Recchia, docente di Chimica Analitica dell’ateneo lombardo, presenteranno le proprie indagini che, rivedendo rispettivamente il metodo colorimetrico e quello cromotografico, sono arrivate a risultati molto simili.
Il panel
Completano il panel dei relatori Elisabetta Scaglia, esperta ambiente e capitolati di UNIC – Concerie Italiane, e Fabiana Orlandi, che per la stessa associazione è specialista CSR, sostenibilità e sicurezza prodotto. L’affidabilità del metodo analitico è per il settore un aspetto fortemente critico anche in relazione alla nuova proposta di restrizione in ambito REACH sulle sostanze sensibilizzanti.