“A differenza di Cina e USA, il Medio Oriente è ricco e spende”

“A differenza di Cina e USA, il Medio Oriente è ricco e spende”

È l’ora del Medio Oriente, che è un mercato in crescita, a differenza di Cina e USA, maturi ma in rallentamento. A dirlo è Patrick Chalhoub, presidente dell’omonimo gruppo, che in un’intervista al Corriere della Sera traccia la strada per i marchi del lusso. Un mercato, quello mediorientale che, stime alla mano, vale 8 miliardi di dollari e che è destinato a crescere, allargandosi al settore beauty. Proprio perché oggi l’appetito in Medio Oriente è più forte, secondo Chalhoub, i brand italiani devono iniziare a puntarci. Come fanno da sempre i francesi.

Aprire le porte a nuovi mercati

Chalhoub lo fa di mestiere e insieme al gruppo di famiglia da 60 anni aiuta marchi come Prada, Dolce & Gabbana, Tod’s o Brunello Cucinelli a entrare nei mercati di Emirati Arabi, Arabia Saudita e Kuwait. Oltre a trovare spazi, organizzare la distribuzione e occuparsi del marketing, una delle missioni di Chalhoub è educare al lusso. ”Qui c’è fiducia malgrado i conflitti in corso nell’area, ma chi acquista ha modificato le sue scelte nello shopping del lusso”, sottolinea Chalhoub nell’intervista al Corriere della Sera.

 

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Spendere per un’esperienza

Nuove opportunità ma anche nuove sfide: i brand adesso devono comprendere la macchina del desiderio dei consumatori mediorientali. “Se l’industria del lusso vuole che i clienti tornino a spendere, deve creare attorno ai propri brand un’esperienza, renderli attrattivi”, continua il manager. A suo dire, l’aspetto artigianale deve tornare ad essere centrale, sinonimo di un’identità più personale e non più solo esibizione. La sfida quindi è dare più esperienza, così come succede in Giappone, dove il rapporto confidenziale con chi acquista è alla base.

Attenzione: i francesi sono in vantaggio

“I Paesi del Golfo vivono un boom perché la politica ha un’agenda chiara per sostenere l’economia”, dice Chalhoub, che evidenzia il ritardo dei brand italiani rispetto ai competitor francesi. “Per molti anni gli italiani hanno sempre considerato il Golfo un mercato secondario perché rivolgevano l’attenzione a Stati Uniti e Cina – continua il dirigente –. Oggi in Medio Oriente l’appetito è più forte e vedo un cambiamento di atteggiamento. I francesi hanno invece sempre puntato su questi mercati”, conclude. Ma qualcosa dall’Italia si muove. A giugno infatti, il gruppo OTB di Renzo Rosso ha firmato una partnership col gruppo di Chalhoub che prevede l’apertura di più di 15 retail store in cinque anni, in Emirati Arabi Uniti, Qatar, Arabia Saudita e Kuwait. (dc)

Foto Shutterstock 

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