Il primo è un brand cui, pur nei tumulti del periodo, conviene lavorare in continuità. In altre parole, insomma, Azzedine Alaïa rimanga nel lusso iniziatico. Il secondo è un marchio che, dopo una sorta di stop and go, ha bisogno di diverse strategie: la nuova proprietà vede il rilancio di Sonia Rykiel sul web.
Alaïa rimanga nel lusso iniziatico
Azzedine Alaïa ha da poco riaperto la Petite Boutique. I locali negli ultimi due anni sono stati destinati alla libreria della fondazione che porta il nome dello stilista tunisino. Ora torna alla sua natura commerciale, anche se i proventi saranno destinati a Imagine, onlus che si occupa di ricerca sulle malattie genetiche. È Anouschka, storica e archivista della moda, nonché amica di Alaïa, ad avere la responsabilità dello store. Ed è lei a spiegare a Le Figaro quale dovrebbe essere la strada della maison. “Ho stabilito la selezione, che cambierà completamente ogni 6-8 settimane. Tutti amano la sua moda. Ma non tutti hanno i mezzi per acquistare a certi prezzi, siamo onesti”, premette. Questo non vuol dire che debba essere la maison ad andare incontro al pubblico. “Non c’è la volontà di democratizzare il marchio – continua –, deve restare quello che è, un tesoro per iniziati, che lascia sognare”.
Che c’è di nuovo per Sonia Rykiel
I nuovi proprietari di Sonia Rykiel sono Eric e Michael Dayan, fratelli di 40 e 38 anni, tra i fondatori di Showroomprivè. Il background di innovatori digitali fa sì che il loro sguardo sia volto al web. E, infatti, affermano a Les Echos che è dal canale online che contano di far ripartire le vendite del marchio. Ma c’è anche del romanticismo nel loro approccio. “Siamo indipendenti, ma abbiamo i mezzi e le ambizioni – raccontano ancora a Le Figaro –. Quando la stampa ha scritto delle difficoltà del brand, non ci abbiamo pensato un secondo. Dobbiamo difendere i marchio, ci siamo detti, non deve sparire né finire sotto controllo estero, a rischio di essere spolpato. Fa parte del nostro patrimonio nazionale, è la storia della moda francese”.
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