Marc Jacobs non brilla? Ok, ma la pelletteria va bene. Hermés corre? Oui, ma le vendite di borse e accessori vanno quasi più veloce: +14%. LVMH? Ancora meglio: +15%. E Dior? Grandi risultati, ma, soprattutto, “esaltazione” per l’andamento delle linee di accessori creati dalla nuova stilista, Maria Grazia Chiuri. Risultato scontato: con accessori, più in generale definiti “leathergoods”, il lusso cresce, aumenta le vendite, arricchisce il giro d’affari. Ultimo in ordine cronologico: Burberry, le cui vendite retail sono aumentate del 3% chiudendo a 1,268 miliardi di sterline il semestre fiscale ottobre 2016-marzo 2017 (+19% a cambi variabili). Il cambio ha influito moltissimo anche sulle vendite totali, che il gruppo ha chiuso a 1,6 miliardi di sterline (1,9 miliardi di euro): -1% a cambi costanti (causa debolezza USA), ma +14% a cambi variabili. Burberry ringrazia la performance “eccezionale” del mercato britannico (favorito da Brexit), segnala la crescita del mercato cinese, ma, soprattutto, parla della “grande ascesa degli accessori”, in particolare di quelli di pelletteria, le cui vendite sono cresciute a doppia cifra. Burberry, dunque, si unisce al gruppo e trasforma il trend positivo della borsetta in una sorta di costante congiunturale. (mv)
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