Armani, Prada, Exor. Ma anche OTB, Moncler e Dolce & Gabbana. Avanzano le voci sui merger italiani. Il fil rouge è uno: il lusso del Belpaese non sembra disposto a perdere ulteriori pezzi a vantaggio dei francesi. Il dibattito è stato acceso da Giorgio Armani, che rinuncerebbe all’indipendenza solo con un partner italiano. I bookmaker lo hanno individuato in Exor, visto che OTB e Moncler (pronti per nuove acquisizioni) si sono defilati. E poi l’intervento di D&G, che smentisce le voci di un dialogo con Kering perché “abbiamo una vocazione italiana”.
Merger italiani
L’abbrivio alla discussione lo dà Armani, dicevamo. Con Vogue Re Giorgio (nella foto a destra) riflette sul futuro della sua casa di moda: un acquirente francese non è nelle carte. Ma, per la prima volta, ammette come l’indipendenza della sua azienda “non è così strettamente necessaria”. “Si potrebbe pensare a una liason con un’importante azienda italiana”, dice. Vogue offre un altro indizio: non deve necessariamente essere un’azienda di moda. La dichiarazione fa scattare subito il toto nomi: Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli (nella foto a sinistra, John Elkan) sembra essere la candidata perfetta. Voci ulteriormente rafforzate quando, a MF Fashion, Moncler si dice estranea ai rumor, mentre per OTB sarebbe un affare fuori portata.
Cosa si dice su Prada
Le voci ormai corrono. Dopo gli affari con Shang Xia e Louboutin, Exor viene dato come pronto al prossimo affare. La terza preda potrebbe essere italiana. The Fashion Law individua due possibili business: Valentino e Prada. E scrive che Patrizio Bertelli, CEO di Prada (nella foto al centro, in alto), “si dice stia parlando attivamente con i banchieri di una potenziale fusione per il marchio ammiraglio del gruppo”.
Vocazione fortemente italiana
Sull’essere e sul rimanere italiani si concentra anche Alfonso Dolce. Il CEO di D&G (nella foto al centro, in basso) al Corriere della Sera smentisce le voci di un dialogo con Kering. “Dolce & Gabbana ha una vocazione fortemente italiana – spiega –, come produzione e come indipendenza creativa. Vogliamo continuare a portare la bandiera italiana nel mondo”. Dolce apre alla possibilità “per un progetto italiano più ampio, che non riguardi solo Dolce & Gabbana. Spesso siamo stati avvicinati e sollecitati per diventare un ambasciatore po’ più ampio, aggregando altre realtà. Attualmente non è il nostro primo argomento del giorno, ma potremmo non escluderlo”. (mv)
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