Armani conta di reggere la botta-CRV grazie al buon 2019 (+2,3%)

Armani conta di reggere la botta-CRV grazie al buon 2019 (+2,3%)

Quello 2019 è un bilancio positivo, con 2,16 miliardi di fatturato e la crescita del +2,3% su base annua. Ma, ormai, (quasi) non fa più notizia. La cosa più interessante è che, in virtù dei buoni risultati, Armani crede di poter reggere la botta-CRV che si annuncia sui conti del 2020. Il gruppo fondato da Re Giorgio (nella foto) vede la strategia di rilancio varata nel 2017 portare i suoi frutti. E guarda con relativo buon occhio al prossimo futuro.

Il bilancio 2019

La progressione del gruppo, dicevamo, è del 2,3%. Considerando i ricavi indotti, cioè quelli legati alle licenze, i valori si moltiplicano: il giro d’affari tocca i 4,15 miliardi, sintetizza il Sole 24 Ore, mentre la variazione percentuale si attesta sul +9%. L’utile netto è di 124 milioni, a fronte di 105 milioni di investimenti. Il patrimonio netto di Armani, intanto, è pari a 2,05 miliardi, così come la liquidità netta vale 1,21 miliardi. E sono proprio questi valori a giustificare l’ottimismo.

Reggere la botta-CRV

Già, perché nel frattempo c’è da fare i conti con la pandemia, il lockdown e il social distancing. Ci sono “conseguenti effetti depressivi su tutti i settori economici per i quali sono rilevanti i flussi turistici e la propensione al consumo – recita una nota di Armani, ripresa da MFF –. Sebbene non sia ancora possibile stimare gli impatti economici della pandemia, il gruppo possiede sia le risorse sia la solidità di una struttura patrimoniale e finanziaria tali da far fronte alle incertezze e continuare con determinazione il piano strategico”.

 

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