Armani: quella volta che non ho accettato la proposta di Arnault

Armani: quella volta che non ho accettato la proposta di Arnault

Non vendo e tra 2-3 anni andrò in pensione”. In una lunga intervista al Corriere della Sera, Giorgio Armani si racconta parlando del futuro, di mercato e dei rapporti con i suoi colleghi. In particolare, ricorda la proposta ricevuta dal boss di LVMH, Bernard Arnault, e che Re Giorgio ha rispedito al mittente “anche per orgoglio personale”.

La proposta di Arnault

“Arnault è un grande personaggio, fu il primo a propormi di collaborare: Armani & Arnault insieme”. Giorgio Armani sostiene di non aver mai accettato la proposta, né di aver venduto perché “ritenevo di dover ancora fare molto da solo. E poi: un po’ di orgoglio personale”. Forte della consapevolezza che “chi vende non è più suo”, anche oggi, a 90 anni, Armani la pensa alla stessa maniera. Arrivano, dice, “richieste un po’ più insistite dall’esterno. Vogliamo far parte del suo gruppo, vogliamo una partecipazione… Ma per il momento non vedo aperture”.

 

Armani: quella volta che non ho accettato la proposta di ArnaultArmani: quella volta che non ho accettato la proposta di Arnault

 

 

C’è chi fa filosofia. “Io disegno vestiti”

Quale sarà il futuro della sua azienda? Lo stilista e imprenditore pensa che ancora potrebbe restare al comando 2 o 3 anni “di più no, sarebbe negativo. Ho costruito una specie di struttura, di progetto, di protocollo che dovrebbe essere seguito da chi verrà dopo di me in questa avventura” precisa. Armani affronta anche la crisi del lusso: “Hanno puntato tutto sulla Cina, e ora si ritrovano con -30, -40%. Speriamo passi. Noi, però, non abbiamo mai fatto il passo più lungo della gamba. A differenza di qualche gruppo francese, non abbiamo costruito grattacieli. Altri hanno collezioni d’arte, fanno cultura, filosofia. Io disegno vestiti”.

I rapporti con i colleghi

Curioso l’elenco dei rapporti che Armani ha avuto e ha con alcuni dei suoi colleghi. Quello “distaccato” con Gianni Versace, “piacevole” con Valentino. Considera Dolce&Gabbana “due furbacchioni che ammiro”. Mentre Miuccia Prada “vive nel suo mondo più che nel mondo vero”, e Alessandro Michele “sta cercando una strada che sia la sua”. Armani analizza anche le proposte della moda di oggi confermando come siano piuttosto appiattite. “Oggi tante aziende hanno bisogno di un apporto valido, perché quello che si vede sono copie”. (mv)

Foto Imagoeconomica.

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