Arnault: “Aumentare le vendite è facile, ma poi è un disastro”

Arnault: “Aumentare le vendite è facile, ma poi è un disastro”

Bernard Arnault riconosce che aumentare le vendite, così da dare brio a una trimestrale un po’ piatta, sarebbe facile: basta ridurre un po’ i prezzi. Ma non lo ha fatto, perché ricorrere agli sconti “nel lungo periodo è un disastro”. Il presidente e CEO di LVMH lo ha spiegato a Class CNBC in un’intervista a tutto tondo dove ha spaziato dalla situazione di mercato alla quota appena comprata di Richemont.

Fiducioso sul mercato

Nonostante le incertezze, Arnault si è detto fiducioso per il lusso nel medio periodo. Spera che i rapporti tra USA e Cina si possano distendere e non crede che si entrerà “in un’era di grandi guerre come alcuni prevedono. Credo che le persone siano sufficientemente sagge per evitare questo”. L’ottimismo di Arnault deriva soprattutto dal fatto che “negli ultimi 30 anni abbiamo avuto successo grazie alla crescita del potere di acquisto nel mondo e questo proseguirà nel medio termine. Ci saranno degli alti e bassi. Ma il trend globale resta di continua crescita”. Il patron di LVMH ha avvertito come non sempre sia saggio guardare indietro: “Va bene imparare le lezioni dal passato ma non sempre vanno applicate al futuro”.

 

 

Aumentare le vendite? Meglio di no, a volte

Arnault è ancora più diretto quando gli chiedono del mercato asiatico e della spinta dello yen al mercato giapponese. “Ci sarà un impatto sulla redditività, ma non importa”, risponde. E non ha intenzione di ricorrere a trucchetti per controbilanciare il calo. “Basta ridurre un po’ i prezzi, ridurre i negozi e spostare le vendite sugli sconti – riconosce –. Ma nel lungo periodo è un disastro. Fa male al marchio. Noi restiamo legati alla qualità”. Arnault porta l’esempio delle vendite nei duty free, che potrebbero poi riversarsi in Cina: “Non modificheremo la politica dei prezzi. Dobbiamo aumentare la desiderabilità dei nostri prodotti”.

Con Richemont

Il CEO di LVMH ha confermato di aver acquistato azioni di Richemont, ma ha smentito voci sulla possibile scalata. Ha detto di avere un ottimo rapporto con Johan Rupert (il CEO di Richemont). “Gli ho detto che non farò mai nulla contro di lui. È indipendente e vuole restare indipendente”. (mv)

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