Tranquilli, Italia e Francia domineranno il lusso per secoli. È una questione di DNA, di storia, di cultura. “Il lusso non si inventa” dice Pietro Beccari (nella foto Imagoeconomica), il manager italiano a cui Bernard Arnault, boss di LVMH, ha consegnato le chiavi di Louis Vuitton. È il marchio di lusso più potente al mondo con oltre 20 miliardi di euro di fatturato. Tra manager e direttori creativi, tanti sono gli italiani che occupano ruoli di rilievo nel lusso, settore dominato dai colossi francesi. Infatti, come ha detto Beccari, “il lusso è europeo: una crasi tra Italia e Francia”.
Cos’è il lusso
Definire cos’è il lusso è stata sempre un’impresa ardua. Il concetto si presta poi a mutazioni in base al periodo storico. Nel 2011, Franca Sozzani scrive su Vogue che il lusso non è solo prezzo e qualità. “È un concetto molto più vasto e non è necessariamente neanche sinonimo di eleganza. Il lusso non è qualcosa di semplice da definire”. Sozzani però sapeva benissimo che “un prodotto è di lusso quando è pensato e realizzato a mano, su misura e per pochi”. Questo aspetto non è cambiato nel tempo.
Italia e Francia domineranno il lusso
Pietro Beccari, CEO di Louis Vuitton, in un’intervista pubblicata da MF Fashion, ci fornisce la sua definizione. “Il lusso è la storia, la passione, la trasmissione di generazione in generazione. Non si inventa. È tale se c’è una tradizione dietro, quindi passeranno ancora molte generazioni perché ci siano delle dimensioni del lusso che non siano italiane o francesi”. Cita Tiffany come un’eccezione, ma ricorda che appartiene a LVMH.
Tentativi (finora) vani
Dunque: sia USA che Cina dovranno avere molta pazienza se vorranno ritagliarsi il proprio spazio all’interno di un settore che resta prettamente europeo. Per esempio: Calvin Klein, brand americano, aveva ingaggiato Raf Simons per elevare il suo posizionamento: esperimento fallito. Ma è solo uno dei tanti marchi che dal premium o lusso accessibile hanno cercato di salire di un gradino senza riuscirci. E in Cina? Nonostante i capitali a disposizione e la volontà di creare una “LVMH cinese”, ancora oggi non esiste un conglomerato paragonabile a quelli francesi o ai gruppi indipendenti italiani. Ci sta provando Lanvin Group ma la strada da percorrere è ancora lunga. Soprattutto, è molto tortuosa. (mv)
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