Belloni (LVMH): “La stagione del consumo euforico è finita”

Belloni (LVMH): “La stagione del consumo euforico è finita”

“Il lusso? Cresce da 20 anni. E nel breve periodo, in media, crescerà del 5-6%”. Lo afferma Antonio “Toni” Belloni, managing director di LVMH. Che prende atto della fine del consumo euforico del post-Covid. E spiega il perché delle continue acquisizioni che un gruppo come quello che dirige mette a segno: “Internalizzare creazione, produzione e distribuzione ci ha permesso di crescere più velocemente. Da qui la necessità di acquisire capacità produttiva”. M&A che vedono protagonista l’Italia: oggi con lo stabilimento Safilo di Longarone (Belluno); domani con quello di Leo Shoes a Casarano?

Il consumo euforico è finito

“L’obiettivo di LVMH è aumentare le quote di mercato nei Paesi dove siamo già presenti” afferma Belloni a Il Sole 24 Ore. Chi è preoccupato del rallentamento del settore lusso dovrebbe tenere presente le parole del manager LVMH: “Il lusso cresce di fatto ininterrottamente da 20 anni. Dopo il Covid, c’è stato quello che definisco consumo euforico di beni personali di lusso. Ora siamo entrati in una fase di normalizzazione della crescita: nel breve periodo, in media, penso che sarà del 5-6%”. Chiaramente LVMH vorrebbe crescere sopra questa media.

 

 

LVMH e l’Italia

Belloni ha spesso sottolineato nei suoi interventi pubblici e nelle interviste lo stretto legame tra LVMH e l’Italia. Il gruppo francese controlla 6 brand italiani: Bulgari, Fendi, Loro Piana, Acqua di Parma, Emilio Pucci e Berluti. Ha 35 siti produttivi e circa 13.000 collaboratori, la metà dei quali artigiani. “Negli ultimi anni abbiamo investito quasi 200 milioni di euro ogni anno” rileva lo stesso Belloni. Che sottolinea la fondamentale presenza dei distretti italiani, da lui definiti “ecosistemi”. I 35 siti produttivi si avvalgono di 5.000 imprese fornitrici italiane. (mv)

 

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