Prada con 10 miliardi di ricavi tra 10 anni. Si immagina così il suo gruppo Patrizio Bertelli (nella foto Imagoeconomica). La crescita del fatturato va sostenuta con l’aumento della produzione e l’imprenditore toscano confessa di guardare a “possibili acquisizioni lungo la filiera, a cominciare dalla rete dei nostri fornitori”. Così come annuncia al Corriere della Sera l’apertura in Toscana di una manovia robotizzata per le calzature. “Costruire sedi industriali è oneroso e i risultati si vedono a medio termine”.
Obiettivo 10 miliardi
Comprare fornitori? Sì. Marchi? No, il gruppo Prada non è interessato a operazioni del genere. “Il tempo (delle grandi acquisizioni, ndr) è passato”, dice Bertelli a Reuters. Oggi è il tempo delle piccole acquisizioni, quelle di filiera a punto, per aumentare la produttività e preservare il made in Italy. “Il 95% di quello che produciamo è realizzato in Italia – aggiunge –. Salvaguardare la filiera è fondamentale, perché il know-how è qui in Italia. Occorre lavorare a beneficio della conservazione della specie. Poi che lo facciano gruppi francesi, americani o italiani, non importa”.
Gli investimenti
Dunque, da un lato Prada punta a rilevare alcuni terzisti, dall’altro aprirà a breve in Toscana “una manovia robotizzata per le calzature”. Investimenti che, specie in passato, hanno penalizzato il gruppo. “Perché investire in Italia è più costoso – conclude Bertelli –. Il vantaggio è che si può sostenere lo sviluppo del prodotto con risorse interne”. (mv)
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