Bizzarri vuole rifare oggi quello che ha fatto con Gucci nel 2015

Bizzarri vuole rifare oggi quello che ha fatto con Gucci nel 2015

“Ora tutto è quiet, ma bisogna rischiare”, e oltretutto il cambiamento va imposto e non solo assecondato. Marco Bizzarri ha parlato in occasione del talk organizzato da Camera moda fashion trust. E leggendo tra le righe, si capisce che il suo obiettivo è rifare oggi quello che ha fatto con Gucci nel 2015.

Imprimere senza pensarci troppo

Bizzarri, che ha investito con Nessifashion e Forel in Elisabetta Franchi, Maccapani, Visionnaire e Design Miami, ha le idee chiare sul futuro del lusso. Per uscire dal pantano attuale, secondo il manager, bisogna ricorrere a scelte drastiche. Come fatto in occasione della prima sfilata di Alessandro Michele per Gucci nel 2015. “Buona parte della stampa non aveva capito la sfilata, i social ci massacravano – continua –. Ma i consumatori vogliono e alla fine non vogliono il cambiamento, e quindi devi essere tu che lo imponi”. E infatti quella versione di Gucci ha funzionato, soprattutto grazie alla trasformazione radicale del business model, oltre che dell’estetica. Bizzarri è stato CEO di Gucci dal 2015 al 2023, con un fatturato che è triplicato, arrivando a 10 miliardi e mezzo di euro.

 

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Non si muove una foglia

Anche oggi, come nel 2015, a detta del manager è tutto piatto, esteticamente ma anche al livello della narrativa. “È un momento difficile per il settore ma ora la moda ha alzato i prezzi in maniera esagerata”. Bizzarri sottolinea che si è perso il valore aspirazionale del lusso, lasciando un vuoto in quella fascia di mercato. Per uscire da questo vicolo cieco, ancora una volta, la risposta è nella creatività. “Bisogna continuare a rischiare, restando fedeli a sé stessi. E il connubio tra direzione creativa e CEO è la base di ogni possibile successo”. Bizzarri sogna quindi un exploit come quello ottenuto con Gucci, ma partendo da una rivoluzione strutturale.

Il dopo Gucci

Ma bisogna lavorare anche sui giovani. Come? “Creando appetibilità, artigianalità e soprattutto narrativa nella fascia sotto il lusso (proprio quella aspirazionale) ma con un modello di business sano”. E rispetto ai cicli della moda, il manager è sicuro che quello in corso stia per finire. “Oggi è più un problema di offerta che non di domanda sul mercato perché tutto è quiet luxury, ma il fashion e il sexy torneranno essendo cicli a cui abbiamo assistito più e più volte nel passato”. (dc)

Immagine dal profilo Facebook di Gucci 

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