La guerra fredda commerciale tra USA e Cina, il rischio default argentino, l’instabilità turca, le turbolenze valutarie, la calante fiducia dei consumatori europei: dal 30 agosto in poi, le acque agitate delle Borse di tutto il mondo hanno tirato a picco anche i titoli dei big del lusso. Già, come riepiloga Milano Finanza Fashion, la prima settimana di settembre è stata fin qui nera anche per quelle griffe che, intanto, in boutique non hanno difficoltà a staccare scontrini con tre zeri. Guardando ai colossi francesi, Kering (che pure ha in pancia la macchina da guerra Gucci) ha perso il 10,9%, LVMH il 9,5% ed Hermès il 7,5%. Non va meglio ai colleghi italiani: Prada ha ceduto il 14%, Moncler il 6,7% e Tod’s il 4%. A loro confronto, Aeffe e Salvatore Ferragamo con il loro -3,3% se la sono cavata bene. Secondo le analisi citate da MFF, però, lo spavento è passeggero: la prospettiva borsistica per i brand d’alta gamma è ancora di crescita.
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