Bottega Veneta e Burberry guardano al futuro tendendo una mano al passato. Da un lato vi è il brand vicentino del gruppo Kering che, guidato dal ceo Claus-Dietrich Lahrs annuncia l’avvio di una nuova era. Dall’altro il marchio britannico fresco di pubblicazione della semestrale e di successivo annuncio da parte dell’amministratore delegato Marco Gobbetti di mettere al centro dell’attività “prodotto, comunicazione e customer experience”. Insomma, creare un mood proprio, ma partendo dalla concretezza di un prodotto riconoscibile e desiderato. Su questo i punti di vista dei due manager sono di fatto sovrapponibili. Le parole di Gobbetti accompagnano infatti i dati di una semestrale con ricavi saliti del 9% ma un futuro di transizione che prevede la chiusura di punti vendita “non luxury”, wholesale e retail per puntare su digital innovation e personalizzazione dello shopping. Ma, soprattutto, con la ricollocazione al centro della scena del prodotto, protagonista della comunicazione, e l’ampliamento di contenuti fashion. Nel frattempo, dalle pagine di Milano Finanza, Lahrs spiega che “il prodotto è sicuramente l’elemento più importante che abbiamo”, a cui seguono comunicazione e distribuzione. E allora viene spontaneo chiedersi quale futuro attenda l’iconico intrecciato: “Vogliamo continuare a svilupparlo con la consapevolezza però che il consumatore ha voglia di qualcosa di nuovo” spiega il ceo di Bottega Veneta. Un primo sentore di questa innovazione si è avuto con la collezione primavera-estate 2018, dove si è potuta cogliere anche la volontà del brand di comunicarsi in maniera meno discreta, strizzando sempre di più l’occhio ai social network e quindi ai canali digitali. Della centralità del prodotto (rivendicata anche da Hermès) in questa stagione di crescita del lusso si parlerà sul prossimo numero 36 de La Conceria, in distribuzione dal 10 novembre. (art)
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