Dall’incontro del 21 ottobre al Ministero dello Sviluppo Economico non sono arrivate buone notizie per gli stabilimenti abruzzesi di Penne, Montebello di Bertona e Civitella Casanova. Perché Brioni non solo ha confermato i 321 esuberi, ma ha anche reso noto che sono oltre 200 i lavoratori che, come riporta ANSA, “hanno già sottoscritto specifici accordi per la risoluzione consensuale incentivata dei propri rapporti”. I sindacati, dal canto loro, riconoscono la difficoltà della congiuntura economica e la necessità di ripianare il quadro debitorio. Ma chiedono al gruppo Kering, che controlla Brioni, anche investimenti nella manifattura e nel rilancio del marchio.
La conferma dei 321 esuberi
Al MiSE c’erano rappresentanti di Brioni, del ministero del Lavoro, della Regione Abruzzo, della Regione Lombardia e delle segreterie nazionali e territoriali delle sigle sindacali. Il brand del gruppo Kering ha spiegato a tutti il piano industriale 2021-2025, che verte sulla ristrutturazione della pianta organica. Il piano, sottoscritto lo scorso giugno anche dalle rappresentanze dei lavoratori, prevede “la razionalizzazione dei costi di struttura” e la “riorganizzazione della matrice produttiva”. Si prevedono specifiche integrazioni per i dipendenti che maturano il diritto alla pensione entro il 2025, mentre per gli altri ci sono incentivi all’esodo.
Ora investimenti
I sindacati, ora, chiedono con una nota congiunta uno sforzo in più. “Siamo consapevoli che la fase economica in corso presenti ancora complicazioni – si legge nel testo –, ma Kering deve investire in competenze e manufacturing, la vera ricchezza di Brioni. Al contrario, la perdita di know how rischia solo di impoverire il marchio”. I sindacati, insomma, non accetterebbero la prospettiva che i prossimi passi del piano industriale riguardino ancora tagli alla forza lavoro.
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