Burberry approfitta del rimbalzo in Asia accelerando sulla scontistica. I brand del lusso applicano differenti strategie di pricing per trarre il massimo dal mercato cinese. Burberry, dicevamo, opta ora per la riduzione dei cartellini. Naviga controcorrente, dunque, rispetto a molti colleghi che invece hanno preferito ritoccarle al rialzo. Ma la sua non è una scelta a lungo termine.
Burberry approfitta del rimbalzo in Asia
Nel presentare i dati preliminari dell’ultimo esercizio fiscale, Burberry ha segnalato come le vendite in Cina e Corea siano ripartite, “mostrando un trend di miglioramento” grazie anche alla performance di borse e piccola pelletteria. Il marchio britannico realizza nell’area Asia/Pacifico circa il 40% del fatturato complessivo. Questo per sottolineare che non può permettesi errori in Asia.
La mossa
Jing Daily riporta le informazioni fornite dagli addetti alle vendite di vari centri commerciali di Pechino. Secondo questi, Burberry (dal cui sito è tratta l’immagine) praticherebbe sconti fino al 50% su molti articoli di prêt-à-porter e borse in pelle. Sconti simili sono stati notati anche in Australia sul portale e-commerce del marchio. Burberry ha comunicato a Jing Daily che “non tenta di effettuare alcun adeguamento dei prezzi a lungo termine”.
Gli altri
Altre griffe, come Chanel, Dior, Gucci e Louis Vuitton, hanno fatto la scelta opposta. Hanno, cioè, ritoccato in su il cartellino del prezzo. Questo ha portato molti consumatori asiatici ad accelerare il processo di acquisto al fine di risparmiarsi il rincaro. Mulberry ha invece uniformato i prezzi in tutto il mondo, con conseguente riduzione delle quotazioni in Asia. Secondo Jing Daily “le promozioni di Burberry creano un forte contrasto e potrebbero influenzare il posizionamento del marchio”. Da qui la domanda finale: “Burberry può resistere alla tempesta Covid-19 con gli sconti?” (mv)
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