Burberry ha chiuso il secondo semestre con un aumento del 32,6% dei profitti (112,7 milioni di sterline, 133 milioni di euro), ma gli analisti sottolineano che l’inusuale crescita è da attribuire alla cessazione del rapporto di licenza dei profumi con Inter Parfums, escluso il quale la percentuale dei profitti al lordo delle tasse diviene dello 0,3%. Ma la maggiore azienda britannica del lusso ha anche riportato una cifra record nei redditi, 1,2 miliardi di euro (+16,8%) frutto della crescita in doppia cifra in tutte le aree geografiche, Cina in testa. In difficoltà il wholesale, 12,3 milioni di euro, a fronte di una previsione di bilancio che superava i 30,7 milioni, per cui la direzione sembra essere quella di proseguire con la gestione diretta del retail: entro il 2014 verranno aperti 25 nuovi negozi (ma anche chiusi 15). Nel rapporto agli azionisti, Burberry segnala la crescita delle vendita online, e in termini di prodotto il successo della pelletteria di larghe dimensioni e delle giacche in pelle. L’azienda lo scorso mese ha nominato Christopher Bailey successore dell’attuale Ceo, Angela Ahrendts (nella foto), che a metà del prossimo anno entrerà in Apple. Il compito del nuovo amministratore (al momento direttore del design) sarà quello di determinare l’indirizzo del futuro: raggiungere i grandi dell’high-end o restare nel regno del primo livello del lusso. (pt)
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