Per Burberry un primo semestre da dimenticare. I principali risultati finanziari della griffe inglese sono di segno negativo: i ricavi si attestano a 1,159 miliardi di sterline (in calo del 4% su base annua), mentre gli utili netti (146 milioni di sterline) arretrano del 24% e i profitti ante-imposte (102 milioni) del 34%. A penalizzare gli affari di Burberry, che fattura in pound soprattutto sui mercati asiatici e nordamericani, sono state le fluttuazioni valutarie in primis. Ora Cristopher Bailey (nella foto), direttore creativo della griffe, rassicura che gli obiettivi annuali dell’azienda sono ancora raggiungibili. Ma le spie per il futuro non sono rassicuranti: nel piano industriale stilato lo scorso maggio è prevista la riduzione del 15-20% delle produzioni per affermarsi sul mercato del lusso con un’offerta stilistica più compatta e, soprattutto, per contenere i costi. Bisogna ancora attendere più di 6 mesi, intanto, per vedere Marco Gobbetti, ora presidente di Céline, alla guida economica di Burberry. Il suo insediamento a ruolo di ceo del marchio inglese, annunciato a luglio con un generico “nel 2017”, avverrà la prossima estate. (rp)
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